MA E’ UN GIRO DI BOA DAVVERO STORICO ?
di Cagliostro
Ieri sera le Istituzioni Politiche e Giudiziarie di questo Paese, in questo ventennio così indebolite, vituperate, piene di farraginosità, lente in modo esasperante tanto da apparire spesso inefficaci, quasi decrepite, hanno finalmente segnato un punto a loro favore, sono riuscite cioè a suggellare il principio di uguaglianza di tutti noi di fronte ai sacrosanti dettami iscritti nella Costituzione e nelle leggi di questo, per molti versi, malconcio Stato. Poveri o ricchi, deboli o potenti, elettori od eletti, osservanti delle regole od eversori, contribuenti fedeli od evasori, sapienti od ignoranti, tutti siamo posti sullo stesso piano di fronte alle norme che regolano la vita di un consorzio che si voglia e possa definire civile. E’ questo un assunto molto semplice, che però è stato eluso in questi ultimi decenni con molta disinvoltura. E credo che i lettori sappiano a cosa ed a chi mi riferisco.
Il Senato ha dichiarato decaduto, poche ora fa, quale suo membro, il Dr Silvio Berlusconi, già per diverse volte PdC, e ciò in quanto destinatario di una sentenza definitiva di condanna a 4 anni di carcere (3 dei quali condonati) per l’infamante delitto di frode fiscale. A tale sanzione, deve aggiungersi la interdizione temporanea dai pubblici Uffici in base alla quale (applicazione della lg Severino) il suddetto signore non potrà candidarsi a qualsiasi carica elettiva e non potrà esercitare il diritto di voto per ben sei anni. La seduta del consesso Senatoriale, tutto sommato, si è svolta senza eclatanti incidenti, anche se forzature ed episodi poco edificanti non sono certo mancati.
Come avevo previsto nel mio recente intervento dal titolo “I nodi sono finalmente giunti al pettine”, non si è registrata nessuna euforia o smodatezza, nessun brindisi, nessuna ‘ingozzatura’ di mortadella. I toni sono stati sobri anche perché il decaduto, diversamente da quanto pre-annunciato, ha preferito non presenziare alla seduta che ha sancito la sua fuoriuscita dalla ‘Camera Alta’ e neppure partecipare ai cerimoniosi riti nel salotto ‘vespasiano’. Sembra che questo ripensamento sia dovuto all’intervento dei figli dei due sodali in affari, Denio Doris e Felice Confalonieri; e mai pressione è stata così puntuale ed opportuna. L’aula ha così evitato di trasformarsi in un ring, visti i bellicosi propositi espressi dal nostro qualche giorno addietro. Toni combattivi che sono però stati usati dall’estromesso nel contestuale comizio tenuto per il ‘suo popolo’ nei pressi della propria residenza romana.
“Colpo di Stato”, “Plotone di esecuzione”, “Leggi calpestate”, “Persecuzione senza uguali” sono stati alcuni degli slogan gridati con ossessione dall’oratore e dai suoi sostenitori. Ma a queste invettive pronunciate in Via del Plebiscito si è aggiunta una vicenda di ancor più inaudita gravità:l’esposizione di un grande poster evocante le BR sul quale, al posto della foto dello statista-martire Aldo Moro, campeggiava l’immagine dell’ormai ex Senatore ed ex Cavaliere brianzolo, ritenuto dai seguaci prigioniero della Magistratura equiparata alla tetra associazione sovversiva degli anni ’70.
Il solo accostamento a Moro del Pregiudicato mi ha fatto accapponare la pelle. Quale scelleratezza!!! E questi sarebbero i pasdaran del rinnovamento italiano? Quale tristezza!!!!! Per inciso, Falchi e Falchetti (i ‘pulcini da allevamento’ che, interpellati da una scafata giornalista, non hanno – unanimemente – saputo elencare alcunché di positivo fatto dal loro idolo nel ventennio trascorso) apparivano veramente invasati, alcuni perfino commossi e piangenti mentre sventolavano bandiere di F.I., nuove di zecca, loro consegnate ad appositi banchetti.
Per restare però all’essenza politica dell’evento evocato nel titolo, la domanda da porsi è la seguente: ‘Ma davvero il Berlusconi politico è finito?’. In un certo senso, forse sì, con tutte le riserve del caso, soprattutto se guardiamo alla storia dell’uomo ed alle sue istrioniche capacità di affabulatore. Va considerato che ora l’uomo è un privato cittadino senza privilegi e guarentigie; teoricamente, potrebbe perfino essere intercettato, perquisito, arrestato senza ormai i vincoli autorizzativi del Parlamento. Nulla gli vieta, comunque, scontata la pena con le limitazioni imposte dai domiciliari e/o l’adibizione ai Servizi sociali, di dirigere il suo nuovo-vecchio movimento politico.
Ma la vera domanda da porsi è un’altra: ‘Ma il berlusconismo è finito con la revoca del mandato parlamentare al Dr Berlusconi?’. Qui la risposta è certamente negativa. Quello che di negativo è stato inoculato nella mente di due generazioni di italiani persisterà per molto tempo, tenuto anche conto di ben più antichi retaggi storici di tutti noi, intesi come comunità di popolo. A questo proposito, l’ottima Barbara Spinelli ha svolto ieri puntuali, illuminanti ed esaurienti considerazioni. Leggendo la sua disamina, ci si può fare una precisa idea sui nostri futuri destini politici e di popolo.
Per concludere, ricordo quanto scrive quest’oggi Ezio Mauro nel suo editoriale dal titolo “L’eccezione è finita”. Tra le altre cose, descrivendo gli ultimi tentativi del nostro di uscire dal cul de sac dove è finito sua sponte, Mauro così si esprime:
“…La partita della democrazia a cui abbiamo assistito aveva proprio questa posta: l’eccezione per un solo uomo, l’eccezione permanente. Prima deformando le norme, allungando i processi, accorciando le prescrizioni, chiamando ‘lodo’ i privilegi, trasformando in norme gli abusi. Poi contestando non l’accusa ma i magistrati, inizialmente i PM, in seguito i Giudici, da ultimo l’intera categoria. Quindi contestando il processo. Naturalmente rifiutando la sentenza. Infine condannando la condanna.”
Come chiosa, riporto il significativo commento all’editoriale (ce ne sono centinaia) di certo “Thegicons”. Eccolo:
“ E adesso, caro Mauro, per favore, dopo aver riportato parola per parola i deliri del Caimano, dopo averci ragguagliati su tutti i sui sordidi comizi, dopo averci offerto l’immagine della corte degli schiavi che gli sventolano le bandiere a comando, voi giornalisti fateci un grande piacere: espellete a vostra volta il condannato B. dalle vostre testate, toglietelo dai siti internet, smettete di ragguagliarci su cosa ha detto, fatto, scritto. E insieme a lui togliete tutta la sua corte di schiavi che ripetono come pappagalli le sue infamie ed i suoi insulti contro le Istituzioni. E’ fuori e noi ora siamo interessati ad altro. Sarebbe una cosa bellissima se, da oggi, il nome di B. scomparisse dai quotidiani e dai periodici e finisse dove realmente gi spetta, nel cestino dei rifiuti della storia”
NB Per il Dr Silvio Berlusconi, a livello personale, sotto il profilo strettamente umano e da vecchio avversario quale sono sempre stato fin dai suoi esordi in politica, non posso che provare un senso di pietà e compatimento. Non sono un Maramaldo e ad un uomo ‘caduto’ non riservo sberleffi. La condanna sul piano politico è però ben altra cosa e rimane intatta nella sua interezza e validità.