MA ALLORA E’ PROPRIO LA FINE!!!
di Cagliostro
“Questa storia è finita, dietro Berlusconi non c’era niente. In questi anni non abbiamo costruito nulla di umanamente e politicamente solido e autentico. Finisce male!”. Leggere queste sorprendenti e gravi affermazioni del più fedele dei berlusconiani, tale Bondi Sandro da Fivizzano (Massa Carrara), mi ha fatto toccare con mano la caducità e pochezza delle cose e dei progetti degli uomini e mi ha finalmente convinto che il santone di Arcore è proprio agli sgoccioli. Se il poeta di corte, colui che adulava il Gran Capo ed inneggiava al fulgido Sole Brianzolo si dimostra ora così dimesso e rassegnato e giunge perfino a fare un’autocritica così drastica e radicale, evidentemente siamo proprio giunti al redde-rationem, ad una fine che più ingloriosa non si può!
E lo sfogo continua in un crescendo ‘wagneriano’. Dice ancora il nostro: “Ce lo meritiamo quello che sta succedendo. Siamo il vuoto, siamo il nulla, non abbiamo saputo costruire nulla di solido, capace di resistere al declino di Berlusconi. E allora fanno bene Bindi, Cuperlo e Grasso a tirarci ceffoni. Siamo soltanto una palla da prendere a calci. A sinistra c’è Matteo Renzi, noi cosa abbiamo prodotto? Tra qualche tempo sarò fuori dal Parlamento, fuori da queste miserie, come un sopravvissuto, il randagio di una storia finita male”. Quale diagnosi più cruda e realistica di così ci si poteva attendere da un tale personaggio? E nel suo impietoso consuntivo di tutto un ventennio, il buon Bondi se la prende soprattutto con i traditori e gli ingrati che “tutto debbono al Dottore” e che senza di quest’ultimo “non sarebbero stati niente, soltanto delle rape”.
C’è in tanto duro disquisire perfino una parvenza di larvata critica al suo mentore al quale pronostica il possibile ‘martirio’, mentre a sé riserva ormai la palma del testimone irriducibile che passerà alla Opposizione e non voterà di certo la legge di Stabilità. In questa anamnesi senza amnesie si intravvede qua e là uno spessore quasi epico; su tutto, però, aleggia anche un senso parte di farsa e parte di tragedia solo se si pensi che l’intellettuale, il fine dicitore, il poeta del berlusconismo è stato fin qui volonterosa comparsa nella gran saga brianzola, che ora sta appunto finendo in una miserabile vicenda umana e politica davvero esecrabile. E la principale colpa dell’ex sindaco, già targato PCI, è stata quella di non aver voluto o saputo far intendere al suo boss che il così detto Partito delle libertà (?) non doveva minimamente essere inteso come libertà di farsi gli affaracci propri in spregio alla Legge e che non era etico e morale candidare nani, ballerine, amazzoni, cavallerizze, corruttori, corrotti e prosseneti ecc. ecc., piegando le Istituzioni democratiche a ricettacolo di incapaci e disonesti.
Caro Bondi, finalmente Ella – diversamente da tanti suoi compari – sembra stia prendendo coscienza dei madornali errori (evito altre etichettature per amor di patria) commessi da questa accozzaglia di profittatori vissuti per un ventennio all’ombra ed attorno al loro (vostro) idolo. Vorrei però tanto che Ella, piano, piano per carità!, riconoscesse anche le enormi ed esiziali responsabilità del suo principale e facesse una altrettanto spietata e completa autocritica per il suo pregresso e censurabile comportamento quale giullare di corte.
P.S. Leggo ora della ennesima ‘sparata’, dell’incredibile affermazione del Pregiudicato (campione di utile e mediatico vittimismo) sulla condizione psicologica dei propri figli, che si sentirebbero “nelle stesse condizioni degli ebrei al tempo di Hitler”…
Non trovo niente di più sintetico ed efficace che riportare il pensiero di un noto commentatore, questo:
“Certo che i figli degli ebrei sotto Hitler disponevano di palazzi e ville di sogno, gestivano imprese che vivevano a spese dello Stato, possedevano squadre di calcio ed altri giocattoli per svagarsi, si crogiolavano al sole di Copacabana in compagnia di aitanti calciatori e scrivevano diari con lo pseudonimo di Marina Frank”.
Superfluo aggiungere alcunché…