l’Unità, liberaci dal male (amen)
Mettendomi nei panni di un operaio, un cipputi qualsiasi, l’Unità non l’avrei usata neanche per pulirmi il culo. Non era più lotta di classe, fosse stata almeno fotta di classe. Ma niente. Dice bene (anzi, benissimo) Menty, il mitraglietta:
“La Cgil si appella al Pd perché metta in campo tutto il suo peso per salvare il giornale – continua Mentana su Facebook -. Ma la Cgil ha cinque milioni e mezzo di iscritti, dieci volte esatte gli iscritti del Pd. Il partito ha però più di undici milioni di elettori, e soprattutto migliaia di eletti solo tra comuni capoluoghi, regioni e parlamento. Come si coniugano questi numeri con le ventimila copie dell’Unità? Volete salvarlo quel giornale? Ma se non lo comprate nemmeno…”.
Ma riguardo all’uscita di scena dell’Umiltà, l’articolo capolavoro l’ha scritto Alberto Bagnai (un economista de sinistra). Prendendo lo spunto da quella prima pagina, “LA LIBERAZIONE”, uscita quando vi fu l’avvicendamento tra Berlusconi e monti, Bagnai poggia delicatamente le mani attorno al collo dell’Unità per stringerle, con serafica calma e licenziosa libidine, in un crescendo trionfale che lascia il foglio rosso senza respiro, fermo, immobile.
(lettura sconsigliata ai piddini senza la presenza di un adulto)