Lozzo di Cadore: che parta o non parta il porta a porta?
Il commento lasciato da porta a porta sull’articolo” Quelli della maglia nera …” (a cui ha dato breve risposta un successivo commento di Emilio) mi ha fatto venire in mente che la minoranza, nel proprio programma elettorale per la parte relativa alla gestione dei rifiuti, chiariva che era intenzionata a:
- introdurre la raccolta differenziata a peso che consente un risparmio per il contribuente e l’eliminazione dei cassonetti;
Segnalo doverosamente che è stata la minoranza a mettere in luce la vergognosa verità della maglia nera attribuita dalla Regione Veneto al nostro comune, verità che ha poi travolto il sindaco che altro non ha potuto fare che chiamare a sé le pecorelle smarrite e dir loro che bisognava iniziare a differenziare.
Un po’ più tiepidi quelli di Lozzo Viva che nel loro programma dicono ma non dicono, vorrebbero ma non sanno, e si rifugiano quindi nella “opportunità o meno di“. Inoltre chiamano in causa la Eco-Lord per avere risposte (lupus in fabula). Inoltre hanno dalla loro un sindaco che già sapeva (non poteva non sapere) del nostro status di “maglia nera del Veneto“:
- pensiamo siano maturi i tempi per riflettere insieme sull’opportunità o meno di passare ad un sistema di raccolta differenziata spinta con il “porta a porta”.
Toccante, poi, il seguente passo:
… Quando conosceremo questa differenza (quella tra i costi della attuale raccolta e del porta a porta, ndr) decideremo insieme ai cittadini di Lozzo e a quelli di tutti i Comuni che compongono la Comunità Montana del Centro Cadore. Sicuramente studieremo poi un sistema di pagamento della tassa sui rifiuti che tenga conto non solo della superficie degli immobili ma anche della quantità di rifiuti conferiti. Solo così questa tassa può essere equa.
Chissà, forse nel concetto di “decideremo insieme ai cittadini ” era prevista una consultazione referendaria. Segnalo inoltre che deve essere stato il concetto di equità espresso poc’anzi ad aver spinto il sindaco a togliere il 30% di sconto alla tarsu pagata dai non residenti (il 30% di sconto equivale a ritenere che i “non residenti” risiedano per 8 mesi all’anno, quindi ben oltre la realtà dei fatti).
Ma è il sindaco De Carlo, a nome di tutta la Comunità, a chiarire che il “porta a porta” è allo studio e partirà come esperimento pilota a Grea. Di lui ci possiamo fidare.
Ebbene sì, caro commentatore “porta a porta”, credo tu abbia regione. Bisognerà farne 9 di premi Nobel “ex aequo” per la differenziata, uno per ogni sindaco. Meglio tardi che mai (anche se non è detta l’ultima parola).
Un mio parere finale. Se la discarica di Mura Pagani non fosse stata chiusa, a quest’ora nulla sarebbe cambiato. Non è quindi un afflato ecologista quello che spinge i nostri sindaci, ma la cacca che sta per arrivare al collo. Puzzava da anni e tutti ne sentivamo l’incombente presenza. Ora ce la dobbiamo togliere di dosso. Il problema più grave era convincere i sindaci. Per fortuna è arrivata anche la maglia nera. Non la maglia in sé, che vestivamo da due anni senza saperlo, ma la spinta dell’onta. Ora ci aspetta solo un futuro radioso. Chi è stato due anni nella merda, si accontenta di poco.
Tuttavia, non illudiamoci: il “porta a porta” non è un servizio che costa necessariamente meno. E’ semplicemente un servizio che fa pagare in base al rifiuto secco prodotto e, quindi, ha l’enorme merito di spingere il cittadino a differenziare (oltre ad essere equo nel senso di “pago in relazione a ciò che produco”). Date queste premesse, per un comune piccolo come il nostro, non dovrebbe essere difficile in un futuro non lontanissimo svettare fra i comuni “ricicloni”. Tanto più ora che “quelli della maglia nera” si sono decisi ad introdurre la tolleranza zero.