L’operazione trasparenza del ministro Brunetta nel comune di Lozzo di Cadore
Negli ultimi tempi, e da ultimo proprio nella vicina Cortina, il ministro Brunetta ha “esternato” sputando veleni a destra e a manca. Non sa, Brunetta, che la sua ostinata ricerca della trasparenza nell’amministrazione pubblica ha creato un certo disagio anche nei piccoli comuni, come il nostro, Lozzo di Cadore.
Il comune cittadino ha un’idea sbagliata della cosiddetta trasparenza. Crede infatti, il cittadino qualunque, che nei piccoli comuni questa sia una condizione automatica, resa possibile dalla dimensione minima delle cose in gioco. Non è così, anche Abele e Caino non formavano una grande comunità, ma sapete come è andata a finire.
Ho avuto già modo si sostenere che la pubblicazione su internet delle delibere prodotte dall’attività amministrativa dovrebbe essere un orgoglio per gli amministratori in generale e per il Sindaco in particolare. Aggiungo che la pubblicazione delle delibere dovrebbe avvenire comunque, non perché lo chiede la gente. Io devo permetterti di verificare il mio operato con gli strumenti che la tecnologia oggi mette a disposizione, senza preoccuparmi del fatto che tu lo faccia veramente.
Se lasciano agire Brunetta in libertà, vedrete che col tempo, con l’emergere dell’e-government (amministrazione digitale), renderà obbligatoria a tutte le amministrazioni la pubblicazione su internet delle delibere da loro prodotte (del testo delle delibere, non del solo oggetto, ossia del titolo).
Per ora Brunetta si è inventato l’Operazione Trasparenza (legge n. 69 del 18 giugno 2009), obbligando tutte le amministrazioni a pubblicare alcune informazioni ritenute fondamentali per dare attuazione alla trasparenza nei rapporti con il cittadino:
La legge n. 69 del 18 giugno 2009 (“Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”) impone, all’art. 21, comma 1, che tutte le pubbliche amministrazioni debbano rendere note, attraverso i propri siti internet, alcune informazioni relative ai dirigenti (curriculum vitae, retribuzione, recapiti istituzionali) e i tassi di assenza e di presenza del personale, aggregati per ciascun ufficio dirigenziale.
Non è una rivoluzione epocale, ma tutto ciò ha costretto le “trasparenti” amministrazioni comunali a rendere pubblici (per la verità non tutte lo hanno ancora fatto) alcuni dati: questo è ciò che mette a disposizione l’amministrazione comunale di Lozzo (incarichi esterni, elenco beneficiari contributi ecc ecc).
Brunetta non sa che la parola trasparenza non è ben vista dagli amministratori dei piccoli comuni, e Lozzo non si sottrae a questa regola. Non è ben vista perché questi nostri amministratori sono convinti che la richiesta di questa trasparenza solleva dubbi ingiustificati sulla limpidezza della loro attività amministrativa. Non hanno ancora capito, ci vuole tempo, prima o poi c’arrivano anche loro, che la trasparenza è relativa al rapporto fiduciario tra amministrazione e cittadino, che si basa su questo ragionamento:
- io cittadino ho votato te amministratore
- tu amministratore hai fatto qualcosa in virtù di questo potere che io cittadino ti ho conferito
- tu amministratore hai il dovere di farmi sapere che cosa hai fatto (pur nella tua illibata trasparenza)
- io cittadino verifico ciò che hai fatto e traggo quindi le mie conclusioni
Nessuno mette in dubbio la correttezza dei nostri amministratori. Per quanto mi riguarda sono tutti giovani “acqua e sapone”. Ma non c’è scritto da nessuna parte che una azione, pur assolutamente trasparente, debba anche essere giudicata utile e condivisibile da tutte le persone della comunità.
Se tu Amministrazione decidi di mandare 1000 € ai terremotati dell’Abruzzo fai una cosa nobile. E se la cosa la decidi in consiglio all’unanimità sarà anche, come atto amministrativo, assolutamente trasparente. Bene. Io cittadino, senza fare pellegrinaggi in municipio, posso essere informato di tutto ciò?
Se sì, saremmo di fronte ad un comportamento socialmente trasparente. Se no, saremmo di fronte a quella che ho definito opaca trasparenza. La stessa opaca trasparenza che ha finora contraddistinto l’attività dell’Amministrazione di Lozzo di Cadore.