lo statuto regionale ed il principio di esclusione di Bottacin
Premetto che non ha certamente le stesse implicazioni che ha il principio di esclusione di Pauli in fisica.
Magari si squaglia al primo sole, ma la caparbietà e la tenacia fin qui dimostrata da Bottacin riguardo alla Cosa-Gsp, mi fa dire che prima di un giudizio “definitivo” sull’uomo sarà meglio aspettare e vedere quali vie di redenzione verranno percorse dai peccatori filistei del Bim-Gsp.
Non è difficile immaginare a cosa porterà quell’ammasso di uomini e idee putrefatte che è il PDL (bellunese ed italico), ma confido che il Nostro si lasci triturare solo le gambe, tenendo in uso il resto. Per ora ha la mia simpatia (per quel che conta).
Ce l’ha anche in virtù di un semplice quanto efficace ragionamento che ha messo in campo riguardo alla redazione dello statuto regionale, che forse avremo modo di vedere discendere dal cielo nelle mani di Zaia-Mosè, per la parte, importantissima, che riguarda la cosiddetta specificità della provincia di Belluno (e confermo la simpatia anche se Bottacin non crede in Belluno Autonoma e nel referendum che, forse, si farà prossimamente in terra bellunese).
«Scannarsi politicamente per le materie da delegare è non solo un errore: è stupido. Meglio che la Regione dica quali competenze vuole trattenere per sé ed il resto vada in automatico alla Provincia»
«Conviene che la Regione indichi cosa vuole trattenere per sé: fare un elenco di cosa vogliamo per noi qui a Belluno è stupido e miope – ha spiegato Bottacin – . Sarebbe tutto molto più semplice, adesso come in futuro, non avere limiti di sorta, ma potersi muovere fra le deleghe che Venezia non avrà mantenuto in propria gestione». (Bellunopress)
E’ da sperare che, oltre alle deleghe, giungano anche le coperture finanziarie per dar corso alle medesime.