lo Spirito di Gioele, scritti effervescenti riguardanti la comunità ecclesiale di Belluno-Feltre
In seguito alla segnalazione di lettore saltuario che elogia la ventata di commenti portata da rampichino in coda all’articolo “Il Cadore mette le ciaspe. Tutti a guardarlo. Sta ancora leggendo le istruzioni“, tanto per significare quanto stantia e autoreferenziale fosse la situazione precedente l’arrivo del giovane virgulto (cui ho comunque dato una prima possibile spiegazione), mi sono posto con molta serietà questa domanda: se fosse vero che il BLOZ si è ingessato, se fosse vero che le parole che qui prendono vita sono arrugginite, spoglie di qualsiasi contenuto che non sia la loro manifesta inutilità?
Se ciò fosse vero, quale altra lettura in rete mi sentirei di consigliare all’avvilito lettore del BLOZ per vivacizzare la propria esperienza di navigazione? Su questo non ho alcun dubbio. E ne potranno trarre sicuro giovamento anche i lettori che, tutto sommato, si accontenterebbero del mio blog. Vi prego di prendermi sul serio, molto sul serio. Ma ve ne aggorgerete subito per vostro conto. Si tratta de “lo Spirito di Gioele“. Non voglio dilungarmi in sperticate adulazioni. Un blog è utile e vitale quando ti afferra e strattona costringendoti a pensare.
Questo è quello che fa “lo Spirito di Gioele”. Provare per credere. Magari partendo da “Le Madonne della convenienza“, per proseguire con “Le manie sessuali dei vescovi” e gustare fino in fondo le fiorettate dell’articolo “Le parole vuote del vescovo Andrich e quelle piene dei preti della Lettera di Natale“.
Ottime letture per questo periodo di feste ed una buona compagnia per il prossimo anno. Ma forse, per capire il soffio vitale che anima l’autore, conviene partire proprio da “lo Spirito di Gioele“, l’articolo di apertura del blog.