L’INCUBO CHE RITORNA
di Giuseppe Zanella
A pensarci bene, stiamo veramente diventando una Italia da operetta. Lo scorso 27 Gennaio, da queste colonne, scrivevo l’articolo “Al peggio ormai non c’è limite” paventando i tentativi di taluni personaggi ‘politici’ di riesumare la figura del “Re di denari” brianzolo, proponendolo come futuro Presidente della Repubblica. Parlavo di un sogno deprimente, pieno di incubi che avevo fatto a tale riguardo, con corollario di risveglio di soprassalto e pieno di sconcerto al solo pensiero che una tale evenienza potesse veramente concretizzarsi. E riassumevo il curriculum di tale ipotetico candidato manifestando tutte le mie incredulità di fronte a tanta improntitudine della politica-politicante… Elencavo soltanto alcune delle più eclatanti vicende legate al noto tycoon, vicende che evidentemente sono scomparse dalla memoria dei molti “Bruneri e Cannella” italiani. Ecco, di tali doverose rimembranze, una breve sintesi:
- questi i personaggi dei quali il nostro si era e si è attorniato: i Previti, i Dell’Utri, i Verdini, gente che le patrie galere le ha conosciute (seppur, ahimè, per troppo poco tempo, soprattutto per via dell’età);
- la compravendita di parlamentari quali i Scilipoti, i Razzi, i De Gregorio (quest’ultimo, per sua stessa ammissione, reo di essere stato ‘comprato’ a suon di milioni);
- tutta una serie di leggi ad personam votate dalla claque per sfangare la galera al personaggio che ora si vorrebbe assiso al colle più alto di Roma;
- i processi tuttora in corso con accuse infamanti quali la corruzione con l’ipotesi di “acquisto di testimoni”. E di questo si sta tirando per le lunghe con certificati medici del duo Zangrillo-Ghedini, che documentano la precarietà della salute dell’indiziato-convocato, inidoneo a sostenere il dibattito in sede di Giudizio (salvo poi intervenire nel dibattito politico con rinnovata energia…);
- L’attenzionamento dell’Autorità Giudiziaria per ipotesi di reati gravissimi con presunti coinvolgimenti in relazione a fatti eversivi (leggi: processi a Dell’Utri quale ipotetico “trait d’union” fra certa ‘politica’ e mafia).
Nella elencazione, a questo punto mi fermo per ragioni di economia di spazio, non certo per mancanza di materiale… ‘probatorio’.
Prima di svegliarmi di soprassalto, avevo sognato con raccapriccio anche la composizione del nuovo governo instaurato dal nuovo president-tycoon, fra i membri del quale spiccavano i nomi di Salvini Matteo (presidente del Consiglio), di Verdini Denis (vice presidente), di Dell’Utri Marcello (min. della Giustizia), di Previti Cesare (min. della Difesa), di Messina Denaro Matteo (min. del Tesoro), di Minetti Nicole (min. delle pari opportunità), di Rubacuori Ruby (min. delle politiche agricole), di Graviano Giuseppe (min. degli interni), di Letizia Noemi (min. dell’Istruzione) e… via di questo passo. Qualche strapuntino era poi riservato anche al “Bomba di Rignano” ed ai suoi pochi seguaci.
Insomma, una autentica fattoria di Orwell, tutt’altra cosa rispetto all’Italia di Mazzini, Cavour, D’Azeglio, De Gasperi, Moro ecc.
Ma ora veniamo al presente al fine anche di verificare quanto sia stato “precursore” lo scritto dello scorso 27 Gennaio. In questi giorni il ‘Capitano’, che si rifà al fantomatico Umberto da Giussano, sta sfornando a getto continuo disegni politici dalla visione inimmaginabile ai comuni mortali. Forse, ossessionato dai sondaggi che danno la on.le Giorgia Meloni ed il suo FdI in pericoloso avvicinamento alle ipotetiche risultanze elettorali della Lega (ormai scevra da vincoli localistici e ‘nordisti’), egli pensa di esorcizzare l’egemonia prossima-ventura degli eredi dell’uomo di Predappio con un mercimonio, uno scambio davvero parto di menti imperscrutabili e machiavelliche. In buona sostanza il multiforme “Felpato” sta lusingando il narcisismo del Cainano proponendogli questo accordo: “tu mi dai il tuo partito ormai mal ridotto (o mi approvi una federazione con gruppi parlamentari unici) ed io, in cambio, ti appoggerò per la tua ascesa al Colle”. Un patto che assicurerebbe al Felpato di conservare la primogenitura nella destra sovranista e quindi l’assunzione alla presidenza del Consiglio e all’Arcoriano la tanto desiata ascesa al Quirinale.
Io sono tra quelli che non considerano un tale disegno come uno scherzo di cattivo gusto anche se, dati i trascorsi dell’ottantacinquenne proposto per il Colle, “titolare” di una caratura negativa non facilmente imitabile, e pertanto non ritenuta credibile dai più…
Io prendo molto sul serio una tale deprecabile eventualità giacché mi baso su alcuni dati di fatto che mi fanno molto meditare e che sono:
- la insistenza del “Felpato’ nell’incensare il Presidente Draghi tanto da preconizzare che l’attuale governo debba durare fino alla scadenza della legislatura e così eliminando l’ex president BCE dalla corsa al Quirinale (elezioni presidenziali fra 8 mesi, nel Febbraio 2022, mentre la scadenza naturale della legislatura è fissata al 2023…);
- la cordiale intesa fra i due Mattei (i voti del rignanese sarebbero indispensabili per l’elezione del pregiudicato al Colle). Italia Viva non gode di buona salute ma dispone di ben 45 voti da vendere al miglior offerente, e chi meglio del Berlu?;
- colpisce il fatto che si susseguano in questi giorni le prese di posizione di molti esponenti ‘destrosi’, i quali inneggiano imperterriti all’acume politico del grande statista brianzolo che, nella sua vecchiaia, dimostrerebbe grande moderazione e visione politica di alto profilo (sic!); e lo voterebbero anche i fuoriusciti da FI da Toti a Biancofiore e tanti altri;
- stupisce che la Meloni, solitamente più riflessiva e prudente del ‘Felpato’, a “Nonelarena”, a precisa domanda di Gilletti, abbia risposto che sì, il vecchierello Berlusconi avrebbe tutti i numeri e le qualità per ricoprire il massimo incarico della Repubblica. Che delusione!! Ed il prode Giletti non ha fatto una piega… Perfino un uomo navigato come l’ex ministro Urbani pare approvare le giuste ambizioni berlusconiane;
- per finire, lo stesso Berlusca ora parla di Luigi Di Maio come di giovane intelligente e preparato, mentre nel recente passato definiva l’attuale ministro degli Esteri come “uno scappato di casa”, uomo senza arte né parte. Che si tratti di tentativo di avere anche da quella parte l’appoggio per l’ambito incarico? Di voltafaccia l’arcoriano è maestro…
Ecco, in estrema sintesi, i motivi per i quail credo che il pericolo di vedere la più alta carica dello Stato in tali mani (tra le altre prerogative il Capo dello Stato è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura…) sia reale e non vada sottovalutato.
CONSIDERAZIONI:
Leggo i commenti dei Media, tutti increduli e convinti che si tratti di cose da ascrivere nel libro dei sogni dell’interessato e dei suoi supporter. Evidentemente, il narcisismo obnubila ogni senso della decenza e della realtà fattuale. Penso che non si debba scherzare con le Istituzioni e che Palazzo Chigi in mano a Salvini ed il Quirinale in mano al “ Pregiudicato/Riabilitato” darebbero l’immagine plastica di una Italia Repubblica “bananiera”. L’impreparazione, la dabbenaggine dell’uno farebbero il paio con la carriera piena di ombre e di negatività dell’altro. Riverberare il ventennio berlusconiano con l’orgia di provvedimenti pro-domo-sua ed una condotta presumibilmente non improntata su “disciplina e onore”, come richiesto dalla nostra Carta Costituzionale, sarebbe cosa macroscopicamente volgare ed intollerabile; ed il vedere la cattedra quirinalizia, già occupata da Einaudi, da Pertini e da Ciampi, occupata, dal prossimo Febbraio, dall’ex cavaliere apparirebbe cosa veramente alla portata soltanto di gente di bocca buona e di stomaco forte.