libera chiesa in libero stato (bolcomiadi /1)
Lo scorso fine anno il vostro sindaco, nel divulgare le magnifiche sorti dell’amministrazione che capeggia, si era presentato alle famiglie con una equilibrata e non sgradevole sviolinata natalizia che faceva da incipit al bolcom di allora, da me chiamato il buon natalino proprio per questo.
La nota stonata, ricorderete, non era certo la presenza dell’augurio di Buon Natale quanto – piuttosto – l’assenza di un laico ed istituzionale augurio di Buon Anno. Da ciò ho allora esortato il vostro sindaco – e glie lo ho ricordato anche verso la fine dell’anno appena passato – a fare buona memoria dell’incresciosa dimenticanza per l’anno venturo, giunto fra noi da pochi giorni nonostante i Maya (vada pure per ‘vostro sindaco’ ma, cacchio, almeno un Buon Anno ce lo potevi augurare).
Va detto che, in questa Italia cattolica al 98% e bigotta forse più (socialmente), nessuno si scandalizza se un sindaco, rappresentante istituzionale per eccellenza, porge gli auguri di Buon Natale. Certo, dipende da come lo fa, dipende da quanto unto uno esce dal sermone. Sia anche detto, e valga in senso assolutamente generale, che in questa Italia infiltrata di baciapile il ricorso alla simbologia religiosa per questuare voti o più in generale consenso è pratica secolare. Noi, uomini di mondo, queste piccole miserie le capiamo e le accettiamo come tutte le cose che il buon dio manda su questa terra.
Ebbene, il vostro sindaco deve aver fatto tesoro di tutto ciò e, per non saper né leggere né scrivere, questa volta gli auguri di Buon Natale non ve li ha proprio fatti. Che abbia voluto interpretare più laicamente il suo ruolo? Non ci aspettavamo tutto questo coraggio, francamente. Considerata tutta la speranza profusa nel messaggio beneaugurante, una breve e sintetica nota a validità retroattiva tipo “spero che abbiate tutti passato un Buon Natale” non sarebbe risultata stonata. Si poteva concedere anche se si fosse trattato di un sindaco mangiabambini, un estremo sinistro. A maggior ragione a persone così devote. Valga, magari, per il prossimo anno.