Lettera aperta all’onorevole Maurizio Paniz
Che il BLOZ sia letto anche fuori dalle cadorine mura lozzesi è una conseguenza legata, per lo più, al carattere “locale” degli argomenti trattati che risvegliano l’interesse dei cadorini lontani. Che destasse interesse anche per alcune considerazioni espresse di carattere più prettamente politico, non era invece così scontato. E’ quindi con gradevole sorpresa che ricevo, e volentieri pubblico, l’intervento che segue. L’autore, giornalista pubblicista, scrittore di diversi libri, ex direttivo del Sindacato Regionale del Veneto, ex Direttivo dell’Associzione Stampa Bellunese ed ex Funzionario della Banca Commerciale Italiana, Roma Milano, Torino Venezia e diverse altre filiali, ha vergato una sentita richiesta di chiarimento all’indirizzo dell’on. Paniz che molti di noi avrebbero voluto scrivere. La lettera è pubblica in quanto trasmessa a molti esponenti del mondo politico ed intellettuale oltre che a vari enti istituzionali. Per onore di cronaca essa ha già avuto varie risposte da parte degli interlocutori chiamati in causa, oltre alla replica da parte dell’on. Paniz, che per ovvi motivi di correttezza non possono essere divulgate.
di Arnaldo De Porti
Chiar.mo Avvocato,
formulo la presente per “complimentarmi” per la Sua appassionata difesa nei confronti del premier, esprimendo però un pensiero molto critico in merito al Suo ultimo intervento alla Camera dei Deputati.
Lei conosce molto bene il mio pensiero politico, notoriamente in assoluta distonia con il presidente del consiglio: ricordo infatti che un giorno Lei ebbe a dirmi, in Sala di Cultura De Luca, durante la presentazione di un mio libro, che io consideravo il Presidente una specie di “orco” (Sue testuali parole registrate anche da Telebelluno, oltre che dal sottoscritto); io, non mi allineo a questo Suo epiteto anche perché ciò non fa parte della mia “Ars loquendi” , mentre mi limito anche ora a riconfermarLe che considero Berlusconi, una persona “diversa” dalle altre, con la quale non può esistere dialogo se non si è in sintonia con lui. E di questo avviso, lo sono oggi, ancor più di ieri.
Ciò che vorrei chiederLe, con assoluta onestà intellettuale ed al di là del predetto “apprezzamento”, è se la Sua difesa appassionata nei confronti del premier deve considerarsi un prova eccellente da parte di un avvocato che deve difendere ad ogni costo anche chi non verrebbe certamente assolto dalla giustizia divina, oppure se davvero la Sua arringa (perché arringa mi è parsa più che intervento parlamentare), non abbia avuto come propellente la professionalità forense rispetto alla verità vera, circostanza che, per tutti, al momento della… “par condicio divina”, dovrà misurarsi con la fragilità umana.
Sono certo che queste mie modeste ma forti parole lasceranno un qualche segno nel Suo animo. Io l’ho sempre stimata sul piano umano e professionale, ma proprio per questo non Le nascondo che il predetto Suo ultimo intervento alla camera, ma soprattutto il sostegno da Lei dato ad una tesi assolutamente insostenibile, mi hanno lasciato molto e molto perplesso. Atteso che si tratta di argomenti forti che trascendono il contingente per entrare di prepotenza nel vasto campo dell’etica pubblica, la mia decisa e forte presa di posizione spero venga da Lei considerata un appunto sincero e schietto nei confronti di una persona con la quale sono da sempre intercorsi rapporti molto corretti. E che sarebbero stati ancor più schietti ove, dopo certe Sue lettere, non mi fosse stato inibito il farlo, come avrei invece preferito fare molto serenamente.
Sono sconsolatamente gratificato dal fatto che Le mie parole, abbiano avuto in passato sempre un “ritorno” da parte Sua, sia attraverso i mass-media che attraverso Suoi scritti al mio indirizzo privato, per cui non posso non pensare che esse non abbiano avuto e non abbiano tuttora per Lei un qualche rilievo.
Distinti saluti, con l’amicizia di sempre.
Arnaldo De Porti
FELTRE, 7 febbraio 2011