L’ennesimo decreto a costo zero ovvero la nuova frustata all’economia
Casi a confronto: le spiagge svendute ed i terreni di uso civico. Ma Tremonti è forse andato a scuola a Palazzo Venzo?
di Cagliostro
Qualche giorno fa il C.d.M. ha licenziato, su proposta del ‘Superman-mago del Cridola’, il tanto reclamizzato decreto-sviluppo, un coacervo di provvedimenti, si badi bene ‘a costo zero’, che dovrebbero dare una autentica frustata al cavallo della nostra economia. Da tale lungimirante legislazione, il solone del Mauria si attende che il cavallo, se non vuole provare sulla sua schiena il susseguirsi degli schiocchi della frusta, parta al galoppo, anzi si imbizzarrisca a tal punto da dar inizio ad una corsa irrefrenabile. In realtà, il nostro destriero non è un cavallo vigoroso ma un testardo ed arrugginito ronzino, sul tipo di quello posseduto da Don Chisciotte e Sancio Panza, sdentato e dai garretti malfermi; un tale animale non temerà di certo altri sciocchi di una frusta di carta e coriandoli, resterà fermo al palo nonostante le invettive del cavallerizzo dei Tre Monti. Fuor di metafora, il miracoloso decreto ha lasciato basite le parti più avvedute ed informate della Pubblica Opinione (in primis, certa Confindustria, certo Sindacato e quei cittadini disillusi e scettici nei confronti di questa compagine governativa che ci sta sgovernando, di questa casta di macchiette caratterizzate da totale mancanza di vergogna, accozzaglia di inetti e facce toste).
Ebbene sì, dico questo a ragion veduta, basta porsi questa semplice domanda: si è mai visto un governo che parla di ‘frustata all’economia a costo zero’? Quello che il taumaturgico decreto contiene è infatti tutta una serie di normative nelle materie più disparate, scritto sulla neve giacché le ‘sferzate’, di solito, si ottengono solo con denaro fresco sonante e qui di denaro fresco e sonante non c’è neanche l’ombra. Per chiarire meglio la natura distorsiva, astrusa, contraddittoria e fuori da ogni buon senso che caratterizza l’impianto dell’intero provvedimento omnibus, mi limiterò, anche per ragioni si spazio, a commentare un solo aspetto, quello che riguarda le-ahinoi- deleterie novità in materia di sfruttamento del nostro bellissimo patrimonio costiero.
Ed a questo proposito mi corre l’obbligo di fare una premessa. Quando ho letto la parte che riguarda le inverosimili modalità di concessione del diritto di superficie, mi sono subito chiesto:
- ma Tremonti crede forse di essere una fervida mente di legislatore che per primo detta la linea ed inventa rivoluzionari stravolgimenti ed aggiramenti delle leggi vigenti, crea- si fa per dire- una giurisprudenza d’annata che fa a pugni con la logica ed il semplice buon senso e disconosce collaudati ed atavici principi di equità e legalità?
- O non piuttosto, visto che il beneamato super(?)ministro bazzica d’estate anche in quel di Lozzo, non gli sarà per caso venuto il ghiribizzo di andare a lezione nel nostro botanico Palazzo?
Il senso di queste due domande diventerà più chiaro quando avrò delineato qui di seguito i tratti salienti della nuova legge ed avrò stabilito un certo raffronto con quanto accaduto nel nostro Comune in riguardo alla vicenda dei terreni di uso civico in quel di Sora Crepa-Sovergna.
Il nuovo provvedimento tremontiano, tra l’altro già oggetto di rilievi e richieste di chiarimenti da parte della U.E., in fatto di aree prospicienti gli arenili, introduce la possibilità di istituzione del diritto di superficie della durata di 90 anni contro il riconoscimento allo Stato di un canone ‘a prezzi di mercato’. Va sottolineato però che l’instaurazione del diritto di superficie, per di più a canoni di mercato, è cosa che attiene al diritto privato con proprie regole fissate dal codice civile. Da ciò deriva che la nuova normativa consentirà anche il diritto di costruire sia sul terreno ottenuto in gestione sia sui terreni limitrofi.
La novità (ed assurdità) più importante è che fin qui, per i suoli pubblici, ERA INIBITA LA COSTITUZIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE (salvo il caso verificatosi in quel di Lozzo, come verrà meglio chiarito in appresso…). Fino ad ora l’uso delle spiagge da adibire a chioschi ed aree destinate ad affitto ombrelloni e sdraio ecc., era oggetto di concessione della durata massima di anni 6, rinnovabile. In altre realtà vicine all’Italia, tale concessione dura tuttora da 12 a max 30 anni. Ora, insomma, si concede per la prima volta il diritto di superficie per ben 90 anni, si deroga così al divieto assoluto di costituzione di un tale diritto su suoli demaniali e si deroga altresì al principio di non edificabilità sui medesimi suoli!! Ora si potrà costruire strutture balneari anche a ridosso degli arenili, devastando così il patrimonio costiero italiano e si darà avvio ad una speculazione nella quale, magari, potranno entrare anche i capitali illeciti e/o di mafia.
E tutto questo sarà maggiormente estensibile anche in virtù di altre norme contenute nel decreto medesimo in materia, ad esempio, di variazioni nella destinazione d’uso di fabbricati, silenzio-assenso ai fini dei permessi a costruire, aumento delle cubature, sgravi fiscali per i distretti turistici ecc. ecc. Insomma un autentico scempio ambientale con risvolti etico-morali negativi di tutto rilievo ed una torsione delle più elementari norme del diritto con il venir meno del principio di indisponibilità dei suoli demaniali. La ministra dell’ambiente, la donnona siciliana dalle forme procaci e dalle capacità tecniche tutte ancora da dimostrare, ha ‘scoperto’ che il diritto di superficie 90/le, formalmente, non costituisce una vendita… Io sostengo, ad integrazione del pensiero della Prestigiacomo, che …’se non è zuppa è pan bagnato’: un tale diritto può essere infatti equiparato, nei suoi effetti pratici, ad una alienazione vera e propria per cui, sui beni fin qui considerati inalienabili, il concessionario potrà adesso disporre alla stessa stregua di un titolare del diritto di proprietà (cessione, ereditarietà, rinnovabilità, iscrizioni pregiudizievoli a fini creditizi ecc.).
Veniamo ora al nostro ministro d’Oltrepiave ed alla comparazione ed alle analogie con la vicenda dei terreni di uso civico di Pian dei Buoi. Bisogna riconoscere che il precursore, l’antesignano della nuova normativa è stato proprio il comune di Lozzo!!!
La complessa vicenda locale richiederebbe dettagliata argomentazione per rinvigorire la memoria di certi emuli del caso Bruneri-Cannella. Buona parte di quell’episodio relativo agli usi civici può essere riesumato leggendo il mio articolo ‘È Potere per il Potere’ ed un commento approfondito sul tema vergato da tale ‘Griso’ a margine di quel mio intervento.
Qui di seguito riepilogo gli elementi essenziali e le aggravanti rispetto al contenuto dell’attuale decreto-sviluppo-frustata. Eccoli questi elementi:
- anche i terreni di uso civico (analogia con il demanio) erano e sono (meglio, avrebbero dovuto essere) indisponibili, con tassativa inibizione della costituzione del diritto di superficie. L’abuso evidente, a mio modesto parere, è stato perpetrato, forse per leggerezza, forse per dabbenaggine, chi lo sa…;
- le concessioni sui generis a costruire, a suo tempo rilasciate, non erano legittime proprio per la natura giuridica dei suoli (ed infatti esisteva una semplice concessione annuale, eventualmente revocabile anche mediante demolizione);
- La normativa sui condoni, Lg 47/85, inibiva (e tuttora inibisce) l’applicabilità di qualsiasi forma di sanatoria con oblazione, sempre in virtù della natura dei suoli. Sembra invece che alcuni abbiano addirittura ottenuto i condoni (ratificati da chi? Con che calcolo e con che tipo di oblazione?);
- Ammesso e non concesso che la sanatoria fosse stata paradossalmente possibile (ad esempio con adempimenti entro sei mesi dal permesso di costruire)- ma ammissibile di certo non lo era e non lo è!!-, la eventuale durata del diritto di superficie non avrebbe mai potuto superare i 60 anni (e ciò risulta espressamente normato nella trattazione generale della menzionata legge). Qui invece il diritto è stato esteso a ben 99 anni!!
Tutto quanto sopra esposto chiarisce in modo inoppugnabile la serie di abusi che, a modesto parere del sottoscritto, sono stati perpetrati con il paravento e la copertura formale di decisioni di Uff. tecnici superiori i quali non sono mai entrati (nè potevano farlo) nel merito delle questioni giuridiche ed hanno fatto soltanto un lavoro di valutazione sulla base di precisi input ricevuti.
Caro super ministro Tremonti, come vede, Lei ha avuto degli ineffabili precursori che, nel caso specifico, hanno saputo fare anche peggio di quanto contenuto nella sua pseudo ‘frustata’. Mi auguro che la UE, come sempre avvenuto per il passato, riesca a mettere una toppa ed evitare così due cose:
uno scempio ambientale ed etico ed un avallo al remoto, inopinato operato sul tema messo in campo in quel di Lozzo…