le zecche e quelle ‘morti sospette’ da morbo di Lyme
Fra tante pene possibili c’è anche chi si cura di fare divulgazione su argomenti zooprofilattici a valenza sia turistica sia residenziale (lokale): è il caso delle zecche. Ora, che bisogno c’è, anche fosse vero, di giungere a citare la morte – come possibile esito della malattia – quando è chiaro che la tua divulgazione è un taglia-incolla (di altri taglia-incolla) a riempimento estivo? Falla pure questa divulgazione, ma senza tirar fuori argomenti alla “Dario Argento” così terrificanti (della serie la montagna assassina), tantopiù se non supportati da dati che ne confermino la veridicità:
Le zecche, fastidiosi parassiti che si nascondono nella vegetazione, posso essere molto pericolosi se vengono a contatto con l’uomo. Non solo perchè si attaccano alla pelle ma perchè possono portare malattie come la meningoencefalite da zecca (per la quale esiste il vaccino) e la malattia di Lyme che invece può portare alla morte.
Non sono un epidemiologo ma, a quanto ne so, è casomai la TBE, la meningoencefalite, a registrare casi con esito letale fra lo 0,05% e l’1% di quelli riscontrati e non la malattia o morbo di Lyme (come peraltro evidenziato nel pdf dei Boy Scout Agesci lincato in calce all’articolo, ma anche nella voce wikipedia, pur con percentuali più alte, e in un “comunicato sanitario” dell’ULSS n.7; anche per la rickettsiosi si sono registrati casi letali, intorno al 3%, ma quest’altra malattia veicolata dalla zecca è più sporadica).
Che poi quest’ultima (Lyme) – trascurata – possa dare seri problemi, è altrettanto fuor di dubbio. E può anche essere che tutte le complicanze che comporta possano portare, in soggetti già provati, dopo anni di decorso, al risolutivo salto nella fossa. Ma anche la contentezza, se troppo intensa, può favorire il trapasso.
Ci sono già i giornalieri bollettini di morte – sui sentieri o in parete – che i media locali starnazzano ad alta voce (con le classiche parole chiave: verricello, hovering, hanno solo potuto constatarne il decesso), senza il bisogno di scomodare il grande sonno anche in relazione alle zecche e ai loro sgraditi ospiti.