Le ragioni del referendum bellunese spiegate alla gente delle province autonome di Trento e Bolzano
Sempre ripreso dal sito di Belluno Autonoma. Secondo me, più che essere utile alla gente delle province autonome di Trento e Bolzano (certamente lo è), questo primo chiarimento sarà utile ai troll bellunesi (i bellunioti), che senza approfondimento alcuno, sprofondati nella palude della più cupa rassegnazione, vanno infliggendosi pene corporali e spirituali negando a sé stessi la possibilità di un futuro migliore. Ritenere che l’autonomia che cerchiamo non risolverà i nostri problemi è una opinione legittima, se argomentata da idee. Sostenere invece che è inutile credere nella nostra autonomia perchè “non ce la daranno mai” è autolesionismo allo stato puro. Se il referendum si farà (deve ora pronunciarsi la Cassazione), costerà ad ognuno di noi un semplice SI.
di Silvano Martini
Dopo l’approvazione in Consiglio Provinciale a Belluno, l’iter che porterà i cittadini Bellunesi a chiedere il passaggio della Provincia di Belluno dal Veneto alla Regione Trentino-Alto Adige-SüdTirol è avviato e il referendum si farà.
Non mi sorprende la reazione, tra lo stupito e l’infastidito, che la decisione dei Bellunesi ha provocato tra gli amministratori e tra i cittadini delle Province Autonome di Trento e Bolzano Bozen-SüdTirol perché conosco bene queste realtà per avere, io, entrambi i genitori Trentini (valli di Non e Fiemme) e per il fatto che tutta la mia famiglia di origine e tutta la mia parentela vive in Trentino da sempre.
In questo senso, le affermazioni del Presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, che tratta la questione del referendum come una boutade dei Bellunesi o quelle più sfumate di Lorenzo Dellai, che pur nel rispetto delle realtà confinanti, considera inattuabile l’ipotesi dell’incorporazione del Bellunese nella Regione Trentino Alto Adige-SüdTirol, corrispondono in pieno alla necessità di questi ottimi amministratori di tutelare la speciale autonomia delle rispettive province.
Vorrei che fosse chiaro ai cittadini delle Province Autonome di Trento e Bolzano Alto Adige – Bozen SüdTirol che i Bellunesi chiedono il trasferimento ad altra Regione per sopravvivere. Non chiedono lo statuto speciale di Trento e Bolzano, ma un altro tipo di autonomia provinciale, non desiderano condividere le risorse economiche e finanziarie delle due provincie autonome confinanti e non intendono interferire, in alcun modo, sulla loro autonomia.
I bellunesi sono ricchi in proprio ed esigono solo i trasferimenti dello Stato di cui già sono titolari e le risorse del loro territorio che da decenni sono sottratte loro a vantaggio di altri. La provincia di Belluno non vuole privilegi ma necessita di poter decidere liberamente del proprio futuro.
I nostri amici del Trentino e del SüdTirol non temano, i cittadini Bellunesi non sono dei barboni che chiedono un posto alla mensa delle autonomie altrui ma vogliono poter decidere, in piena autonomia appunto, come, quando e in che modo usare le PROPRIE risorse.
La storia del Bellunese dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la mancanza di visione, progettualità e attenzione alla montagna, da parte della Regione del Veneto, sta portando questi luoghi e la gente che vi abita, alla rovina. Questo stato di cose deve finire. Ecco perché, Trentino e SüdTirol non devono aver paura per il risultato del referendum che non è uno strumento per ottenere altro se non la NOSTRA autonomia, l’autonomia della Provincia di Belluno.
La buona amministrazione delle Province Autonome di Trento e Bolzano Bozen-SüdTirol è un modello a cui noi guardiamo con interesse perché essa ha rispetto per il territorio e ne promuove le specificità con un occhio di riguardo alla ruralità e alla sostenibilità del proprio sviluppo.
Noi vogliamo che una Provincia di Belluno, autonoma e diversa, nella Regione Dolomiti, costituisse una risorsa e non un peso per la complessa realtà del territorio Dolomitico.
Siamo certi che con l’amicizia e la collaborazione che deve contraddistinguere i rapporti di buon vicinato e nel rispetto della storia dei nostri popoli ce la faremo.