l’autivoi al parco solare di Loreto
Fra le varie ipotesi alternative (vedi fontanella di Pianizole) alla situazione descritta in compitino per il ritorno a scuola, quella del taglio dell’autivoi del parco solare di Loreto non era stata proprio da me conteggiata, entrando di diritto nella categoria “pitosto che pitosto“.
In effetti un mio interlocutore mi disse: “se propio propio de deve, pitosto che vedeli desvoità l mar col cuciaro … se podarae feili taià l autivoi de Loreto“, aggiungendo poi “ma de sta stagion e come taià i ciavei a Bisio” (Claudio, ndr). Lo stanno facendo.
A dire il vero, dopo le ultime piogge l’erba a Loreto stava diventando un tantino alta. E poi c’è l’estate di San Martino, ancora lontana ma non si sa mai, un ultimo colpo di reni della stagione turistica prima del bianco Natale. E poi c’è il pericolo delle zecche. E delle vipere. E non si sa mai che Ratzinger, di ritorno da Berlino dove dovrà schivare una vagonata di pomodori targati “pedofilia” ed affrontare aspre critiche sulle coperture vaticane date al relativo scandalo, voglia rasserenare corpo e mente nel parco a lui così devotamente dedicato.
O forse è solo per avere più chiaro il posizionamento delle alberature dedicate al papa: la stagione, effettivamente, inizia ad essere propizia per il “pianta una pianta”.
Sia chiaro, “ordin e pulizia sta ben anche nte stala”. Pitosto che pitosto, meo pitosto.