lassù, in via Monte Piana al 32
Spendendo neanche una goccia di sudore. Tutta in artificiale. La salita al Monte Piana, a fianco di quel “diavolo” di Mauro. E lassù ad aspettarci, in via Monte Piana al 32, a 2.205 m sul livello del mare, quell’angelo di Lucia, sua moglie. E m’è parso di far visita a due guardiani del faro, un faro che getta quotidianamente luce su una corona di monti di indicibile fascino e sottilissima bellezza.
E mi sono convinto che la straordinarietà di questa scelta di vita non sta tanto nel vivere, come fieri uccelli rapaci, in questo nido dolomitico, quanto nello scendere ogni giorno a valle, a Misurina. Perché se la figlia Chiara frequenta l’università, Sofia va a scuola tutti i giorni a Cortina, e il “diavolo” ce la porta e poi va a riprendersela quand’è l’ora. Ci si fa l’abitudine, dicono loro. Però un po’, per farlo, per vivere lassù tutto l’anno, affrontando qualsiasi condizione meteo, bisogna esserci tagliati.
Ma la salita, su quei cinque chilometri di strada che da Misurina s’arrampicano fino a Monte Piana, non è andata male. Strada bianca, nel senso di innevata: pochi centimetri (per ora), un materassino di neve, ma quel che basta per far diventare la strada una pista da slittino. Il bello è stato scendere, quando tutto ciò che è al di là della strada ti sembra precipitare, e il fondovalle ti appare come una gigantesca bocca aperta, pronta ad accogliere tutto ciò che dagli scoscesi pendii dovesse svincolarsi.
Mi sono fidato delle catene, un paio dietro, ma soprattutto mi sono fidato del “diavolo” e della sua consolidata consuetudine al pendolarismo su quelle incerte pendenze. Così, un po’ pregando, un po’ ridendo, un po’ sperando, ci siamo lasciati alle spalle il faro, quel meraviglioso maniero, per avviarci verso la terra degli uomini.
Ah, me ne stavo quasi dimenticando. Quel faro, la dimora di quei quattro, assolve anche – quando viene aperto al pubblico – alla funzione di rifugio alpino: è il rifugio alpino maggiore Angelo Bosi al Monte Piana. E al pubblico verrà aperto dal 26 dicembre al 6 gennaio (e dopo durante i fine settimana: 0435-39034 ; qui altre informazioni).
(mi son detto: perché una scelta di vita così radicale – vivere a 2.200 m di quota per tutto l’anno, pur nel terzo millenio con tutte le “corazze tecnologiche” a disposizione – non è stata ancora “indagata” da qualche giornalista per farne un bel pezzo da pubblicare nell’universo mondo?)
(cliccare per ingrandire)