l’assessore Caner e l’estate dolomitica che sembra stagione di ripiego
Dice l’assessore Caner in un’intervista:
Che cosa sta immaginando? Magari rifugi alpini con la sauna?
«Perchè no? L’estate sulle nostre Dolomiti è una stagione che sembra di ripiego. Invece riacquista centralità, dato il clima che sta cambiando. Se lo sport della bicicletta si sta ampliando nelle dimensioni conosciute, è evidente che noi dobbiamo attrezzare gli impianti di risalita per il trasporto della bici.
E questi impianti vanno riaperti in relazione a una nuova offerta di rifugi alpini, di malghe, di sentieri più comodi da percorrere, magari anche di sentieri parlanti come quelli del Cai. Va incrementata e qualificata l’enogastronomia in quota. In malga potranno esserci anche specifiche offerte culturali e ricreative. Non invento nulla. In Trentino Alto Adige già si procede in questa direzione». […]
Sicché, per l’assessore, “l’estate sulle nostre Dolomiti è una stagione che sembra di ripiego“. Ripiego?
Ora, se consideriamo le presenze del STL – Dolomiti, ci accorgiamo che il 40% (circa) sono consumate durante la stagione invernale (da novembre ad aprile), il che significa che il 60% sono consumate durante la stagione estiva (e questo è vero da 15 anni a questa parte). Se il 60% delle presenze sono estive, come si fa a sostenere che l’estate è una stagione che sembra di ripiego?
Se fosse di ripiego lo potrebbe essere per un anno, per due, magari per tre anni; ma se davvero è di ripiego dopo un po’ che fai?????? Be’, ovvio no? Ripieghi.
(a meno che colui che continua a fornire il 60% di presenze in una stagione di ripiego non sia, a sua volta, un coglione di ripiego)
Essendo di ripiego, sempre per l’assessore, l’estate ha perso centralità che, però (qual fortuna!), può essere riacquistata “dato il clima che sta cambiando“. Quindi, par di capire, la centralità dell’estate dolomitica non è tale in forza del 60% delle presenze che già esprime (e che è ovvio cercare di incrementare), ma in relazione al climate change.
L’avreste mai detto che lo scioglimento delle calotte polari avrebbe ampliato così tanto “lo sport della bicicletta” e che, conseguentemente, urga attrezzare gli impianti di risalita per il trasporto delle medesime? L’avreste mai detto?
(nel resto della frase citata, riportata in “grigetto”, le solite cose che si ripetono da 20 anni e che da 20 anni, ove meglio ove peggio, si stanno già facendo; per esempio, avendo rifugi a così bassa quota (relativa) raggiungibili in buona parte dei casi su quattro ruote (perlomeno dal gestore), la nascita di “nuove enogastronomie” è d’obbligo, altrimenti clack, chiudi; i sentieri parlanti, poi, sono fuffa folcloristica che va bene per dire “li abbiamo anche noi”: comunque vada, essendo la loro realizzazione “banale”, non potranno mai costituire un vantaggio competitivo)