l’ars tacconatoria a Lozzo di Cadore
Assistendo oggi all’arrivo della vibrofinitrice – la macchina per l’asfaltatura – ho provato un certo senso di sollievo. Era dai primi giorni di giugno che non ripercorrevo il tratto di strada del Genio che da Lozzo porta a Le Spesse. E dieci giorni fa, ripercorrendolo, acuta è stata la mia sorpresa nel vedere tutte quelle buche, decine di centinaia di migliaia, ancor più buche di quel giugno.
A quel tempo ero convinto, insomma, anche in vista dell’imminente avvio della stagione turistica, che almeno quelle più profonde sarebbero state colmate. Una misura minima e indipendente dalla prevista asfaltatura. Ne ero convinto in virtù delle non comuni qualità di tacconatore che il sindaco del posto ha messo in mostra in questi lustri. Un esponente di rilievo dell’ ars tacconatoria. E non si creda che qui voglia giocare allo sporcaccione tirando in ballo il verbo tacconare, italianizzando una nota espressione lessicale ladina, ché quando si fanno toppe – ancorché stradali – non è verbo fuori luogo.
E’ tuttavia vero che l’ars tacconatoria (o tacconante) in parola si è palesata perlopiù agl’inizi dell’autunno, giusto al momento dell’avvio della stagione dell’escursionismo venatorio: sì, è vero. Quindi ci siamo, anche adesso. Resto fermo al fatto che almeno quelle più profonde andavano tacconate prima dell’estate (a mano, con perlana, mica con la vibrofinitrice: come sempre insomma, una badilata, na taconadina), tanto per rincuorare il turista che stava per affrontare l’ardua salita fin su alle vette.
Comunque è un sollievo.