l’amministrazione di Lozzo di Cadore in ginocchio da Brunetta
Inizialmente ci volevano andare tutti. Poi è prevalso il nome del sindaco, giustamente, in quanto icona della trasparenza.
Non ci andranno ad omaggiare la statura dell’uomo ministeriale, né a caccia di soldi, per questo basta Bond. Ci andranno per chiedere a Brunetta di prorogare (per la seconda volta) la possibilità, da parte dei comuni che non sono ancora attrezzati, di non pubblicare su internet gli atti amministrativi fondamentali come le delibere di giunta e quelle di consiglio.
In verità, il nostro comune è in grado di pubblicare questi atti fin dal 2004, periodo in cui (amministrazione Alessandro Da Pra) effettivamente vennero pubblicati. Fino a quando non entrarono in scena i barbari della trasparenza (vedi per questo “La opaca trasparenza dell’amministrazione di Lozzo di Cadore: parte prima e parte seconda).
In verità, i barbari della trasparenza non si accorsero subito che la macchina amministrativa continuava a pubblicare questi atti, finché non giunse il famoso articolo di giornale ad irritare il capobanda. E da quel giorno, se vuoi vedere una delibera, devi andare in comune, pagare il ticket e, se non le hanno già ritirate, puoi consultare gli atti che ti interessano.
Il sindaco non ci andrà da solo, a Roma. Si accoderà alla commissione provinciale per l’ammissibilità del referendum. Tale commissione scenderà al più presto così in basso (geograficamente), per chiedere se le schede del referendum debbano essere rosa salmone o rosa pesca, ciò infatti può determinare l’ammissibilità o meno del referendum che tutti i bellunesi aspettano per “passare in Trentino Alto Adige” o, meglio, aspettano per urlare la loro voglia di Autonomia.
Anche il sindaco di Lozzo scenderà così in basso (sempre geograficamente), ma per chiedere appunto una proroghina al disposto della legge 18 giugno 2009, entrata in vigore il 1° gennaio 2010 per i soli comuni virtuosi (non per il nostro quindi che, fino ad oggi, ha beneficiato di una proroga introdotta dal decreto, tenetevi forte, Mille proroghe…).
Del resto, da un’amministrazione che ti fa pagare per anni il massimo della ecotassa sulla raccolta dei rifiuti senza muovere un dito, che probabilmente non ha presentato alcun progetto per la tutela e difesa della nostra minoranza ladina, che … ma mi fermo qui, non è che ti puoi aspettare molto di più.
E sembra proprio che le inclinazioni ministeriali siano favorevoli ad un’altra proroghina. Dovremo quindi aspettare il 1° gennaio 2011 per vederci riconosciuto il diritto fondamentale di essere pubblicamente informati via internet sull’attività svolta dai nostri amministratori?
Sembra di sì. Ma noi eravamo già seduti sulla sponda del fiume … Mai paura! Si tratta solo di aspettare. Quando verrà quel giorno, lo prometto ad Ungaretti, scriverò il più breve articolo fin qui pubblicato e lo intitolerò, a nome di tutta la comunità di Lozzo di Cadore che crede nella libertà di informazione, “M’illumino d’immenso“.