l’Amico del Popolo e la sconfitta delle politiche regionali per la montagna (…il mare e il cielo)
Mi hanno segnalato un articolo uscito circa all’inizio del mese sull’Amico del Popolo che propone alcuni grafici sull’andamento dei flussi turistici (arrivi e presenze) nel Veneto (premetto che non ho avuto modo di leggere l’intero articolo ma solo la parte che riproduco). Curioso il titolo: “Un disastro la politica del Veneto per la montagna”. A comprova di quanto espresso dal titolo, l’Amico, additando due grafici, rincara la dose (grassetto mio):
Il grafico è realizzato dalla Regione Veneto (“Statistiche flash”). Rappresenta la sconfitta delle politiche regionali per la montagna per quanto riguarda il turismo. La linea azzurra mostra che gli arrivi (persone al giorno) sono rimasti pressoché costanti negli anni […] mentre le presenze (notti di permanenza per persona) sono letteralmente precipitate con il crollo della lunghezza della vacanza…”.
Quello che si vede dai grafici è che effettivamente il numero indice che misura la variazione degli arrivi nella Montagna (blu) è nel 2013 pari a 101,3 (fatto 100 quello del 2007). Ma il Mare ha un indice addirittura inferiore pari a 101,1 (con Lago a 119,5 e Città d’Arte a 119,3). Sul versante delle presenze (grafico più a destra) il calo (crollo) della Montagna è evidente (79,4) così come quello delle Terme ma non è che il Mare sia proprio “spumeggiante” trovandosi a 96,2 (mentre il Lago è a 114,9 e le Città d’Arte a 108,4).
Non c’è dubbio che per quanto riguarda la Montagna il grido di dolore dell’Amico sia giustificato:
Un vero disastro, tanto più considerando l’andamento degli altri ambiti (sorprendenti città d’arte e lago di Garda) con buona pace per le Dolomiti patrimonio dell’umanità Unesco.
Resta tuttavia da capire perché una Regione Veneto che ottiene il 40,3% delle proprie presenze (cioè dei schei) dal Mare (con 23,3% di arrivi) si ostini a produrre per esso – per il Mare – politiche altrettanto disastrose (anzi, fatte le debite proporzioni, più disastrose ancora) di quelle riservate alla Montagna dalla quale ottiene il 7,4% delle presenze (ed il 6% di arrivi), a tutto vantaggio delle Città d’Arte con il 29,7% delle presenze e del Lago con il 17,9% delle medesime.
Che si sia anche in questo caso di fronte ad una eterogenesi dei fini («conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali»)?
(domanda che mi suggerisce il diavoletto: come mai le politiche della Regione Veneto che l’Amico definisce “disastrose” per la Montagna – in particolare per quella dolomitica (STL Dolomiti) – sono così “disastrose” per gli italiani (-7,1% arrivi e -22,0% presenze con 2007= 100) risultando invece – le stesse medesime politiche (a quanto ci è dato sapere), nello stesso arco temporale – così efficaci per gli stranieri (+25,3% arrivi e + 14,2% presenze), comportando un risultato netto totale negli arrivi di +2,1% e di -14,4% nelle presenze ?? )