la vipera di Calalzo ed il perfido serpente velenoso di Lozzo di Cadore
Succede che la vipera di Calalzo si sia arrogata una buona fetta del potere esecutivo (sapete, la storiella della suddivisione dei poteri in esecutivo, legislativo e giudiziario …). Lei si è fatta vedere e ZAC il sindaco ha scucito immediatamente un’ordinanza per contenere la rabbiosa diffusione del rettile. Si tagli l’erba, si potino le siepi e … visto che ci siamo, si potino anche gli alberi (la cosa nasce dalla credulità popolare secondo la quale le vipere, quando devono espellere la propria prole dal gonfio corpo, lo facciano dall’alto di un albero, si dice per non essere morse dalla prole stessa: che progenie ragazzi!).
A Lozzo di Cadore, però, succede di peggio. Esiste una malvagia creatura, ormai conosciuta come … quel perfido serpente velenoso, verso la quale il potere esecutivo ha lanciato da tempo il suo anatema nonché scomunica. “Se vediamo qualcuno fargli visita … siete fuooori!”. Da tempo non ricevo più visite e languo contorcendomi in un spinoso quanto distruttivo sentimento autocolpevolizzante. Ho prestato degli attrezzi ad un amico: è venuto a riportarmeli a notte fonda, non prima di aver fatto tre-quattro giri di perlustrazione per verificare che non vi fossero delatori nei paraggi.
Eppure il BLOZ è soltanto puro spirito.