la valle del Cadore… (quale?)
(non per infierire, con le “perle lozzesi” ci siamo fermati alla numero uno di almeno cinque, basta qui ricordare quel “era lui la forza motrice” riferito al Rio Rin, ma trattandosi di sito – quello del Corsorzio AM – a vocazione turistica, non posso fare a meno di porre la seguente questione, ritenendo ovviamente di essere dalla parte della ragione)
Mentre stavo scrivendo le righe che riporto indentate sono stato raggiunto dal fulmine (ohhh! Vedi mo’…):
La pagina “Lozzo di Cadore” sul sito del consorzio turistico Auronzina s’è presa quale giorno di ferie (da ieri non risulta più raggiungibile, “errore 404, pagina inesistente“). Covo la speranza di poter leggere, a breve, un nuovo testo “meno tecnico” – diciamo – a favore di uno semplicemente “più turistico”. Ad ogni buon conto segnalo un errore sul testo originario, leggibile qui, che varrebbe la pena non ripetere.
Per questo errore (tale lo ritengo), che ho chiamato “brufolone”, sono quindi giunto tardi. Anche nella seconda versione si dice infatti che…:
L’abitato di Lozzo di Cadore è situato al centro della valle del Cadore, ai piedi delle Marmarole.
La “valle del Cadore” non esiste proprio, né come toponimo né come rappresentazione morfologica.
Esiste “Valle di Cadore” (il comune), esistono le “valli del Cadore” (non come toponimo, ma perché il Cadore è costituito da varie valli), ma la valle del Cadore proprio no. Niente impedisce di inventarsi un toponimo, ovviamente, ma tale sarebbe: inventato. Il nome Cadore, come il nome Carnia, identifica un’unità territoriale composita.
Per dire, ha senso parlare di valle del Centro Cadore, forse più conosciuta come vallata del Centro Cadore, ma neanche questi sono toponimi autentici (ma almeno sono geograficamente riconoscibili).
A mio parere, ovviamente (sulla base delle letture e consultazioni di tutti questi anni). Se, di grazia, qualcuno ha qualche argomento per convincermi del contrario, sapete dove trovarmi.
(non sono in grado di escludere che in qualche antica pergamena possa ricorrere tale locuzione, ma di certo – ripeto: in base a tutti questi anni di letture e consultazioni – non ha fatto radici tra i geografi, pur riconoscendo che tale storpiatura sta lentamente diffondendosi online ad opera di pressapochisti, talora ignari, talaltra variamente stolti)