la sezione del CAI di Lozzo è in cerca del nuovo presidente
La sezione del CAI di Lozzo fa fatica a trovare fra i propri soci (una novantina gli ordinari eleggibili, 125 comprendendo i giovani e i familiari) un presidente da eleggere. Si prospetta dunque, come già avvenuto nel 2007, la possibilità che la sezione venga commissariata e poi fagocitata da qualche altra sezione contermine.
Se domani Messner diventasse presidente del CAI della sezione di Lozzo, a parte i 5 soci che l’avrebbero votato in una stitica assemblea, nessun altro se ne accorgerebbe. I soci di Lozzo, e di gran parte delle sezioni montane, pagano l’annuale bollino principalmente per queste ragioni:
- per “affetto”, per tradizione, lo hanno “sempre fatto”;
- per avere una forma di copertura assicurativa quando vanno in giro;
- per dormire a metà prezzo nei rifugi CAI;
Se questa è dunque (a mio parere) la tipologia di socio, che differenza fa, per un socio di Lozzo, se proprio vuole continuare a far parte del CAI, essere associato con la sezione di Auronzo, piuttosto che con quella di Domegge o di Vigo?
Nessuna, ma proprio nessuna. Deve solo pagare il bollino a qualcun altro (quella che io definisco la “tassa del CAI”).
Per Lozzo c’è una leggera complicazione. Si chiama rifugio Ciareido. Dal punto di vista tecnico è leggera, come complicazione, perché la proprietà è del demanio che lo ha concesso in gestione alla sezione del CAI di Lozzo. Se la sezione di Lozzo non trova un presidente, confluisce semplicemente in una sezione contermine, sempre del CAI, che farà quello che finora è stato fatto da quella di Lozzo. Se nessuna delle sezioni contermini accetta di prendersi in carico la gestione del rifugio Ciareido, la cosa passa di competenza del CAI Veneto che provvederà a gestire il rifugio direttamente o, più probabilmente, dandolo in gestione ad una sezione di pianura. E sapete meglio di me che la pianura non ha mai avuto difficoltà a colonizzare la montagna.
Lozzo può, credo, rimanere una sezione dotata di vita propria eleggendo un presidente esterno, un qualcuno che, pur essendo socio di Vattelapesca, voglia fare il presidente della sezione CAI di Lozzo, con tutto ciò che ne consegue.
La mia preoccupazione? Non riguarda la sezione. Penso al rifugio Ciareido. Allo sforzo enorme dei pionieri che lo hanno strappato all’abbandono, facendone la perla che sappiamo. Alla funzione determinante che riveste come struttura di accoglienza e promozione di tutto l’altopiano di Pian dei Buoi. Ai soci che ho avuto negli anni della mia presidenza: non aspettatevi che passi con il fazzoletto ad asciugare le poche lacrime che farete.
P.S. per completezza d’informazione: da due anni non sono più socio del CAI, lo ritengo un ente inutile. Il mio sogno utopico(1) : un CAB o una SAB (Club Alpino Bellunese – Società Alpina Bellunese …) con poche poltrone al servizio della Nostra(2) montagna.
(1): utopico non utopistico; mi lascio qualche speranza.
(2): le maiuscole sono al posto giusto; la Montagna è di tutti per quanto attiene alla sua fruizione. Il governo della montagna, invece, deve essere Nostro, di chi ci vive.