LA REPUBBLICA DELLE BANANE – FARSA DI GOVERNO
di Cagliostro
Renzi!, Renzi! Ci sei o ci fai? Dunque, sembra proprio che nello schema di decreto legislativo dal farsesco titolo di “Certezza del Diritto…” ci sia una norma che potrebbe cancellare la condanna del noto Pregiudicato a 4 anni (dei quali 3 condonati!) per frode fiscale. Tolta la condanna principale, verrebbe meno anche la pena accessoria costituita dalla interdizione per due anni dai Pubblici Uffici; e…, voilà!, il gioco è fatto con ‘l’arcoriano’ che ritornerebbe in pompa magna alla piena “agibilità politica”, con la possibilità di nuova candidatura e la certezza di un miracoloso ritorno in Palamento con tutti gli onori del caso.
Ma di che si tratta in concreto? E’ presto detto. Nel Consiglio dei ministri del 24 Dicembre scorso è stato varato lo schema di decreto legislativo, dal significativo nome: “Disposizioni sulla certezza del Diritto nei rapporti fra Fisco e Contribuente”, nel quale è stata introdotta una integrazione (art. 19 bis) al decreto 74/2000 riguardante i reati tributari. E la integrazione contempla (udite!, udite!) la non punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l’imposta dell’IVA evasa non è superiore al 3% dell’IVA dichiarata”.
Ora, guarda caso, l’Innominato è stato condannato in via definitiva per una FRODE (non quindi per semplice evasione) di 7 milioni di Euro che rappresentavano, e rappresentano, soltanto meno del 2% del proprio imponibile dichiarato all’epoca dei fatti. Per inciso, la evasione totale superava i 300milioni di Euro, ma la eclatante somma era caduta sotto la mannaia della prescrizione e, per poche ore, il giudice Esposito era riuscito ad evitare che il ‘malfattore’ la facesse franca del tutto. La condanna principale è stata quindi di 4 anni ma tre anni sono stati condonati proprio grazie ad una delle tante ‘leggi vergogna’, mentre la pena accessoria è stata di due anni di interdizione dai Pubblici Uffici.
Nella fattispecie, inoltre, la Legge Severino commina ben 6 anni di incandidabilità. Nella farsesca situazione creatasi in Consiglio dei Ministri, nulla si sa ancora da chi è partito l’input per una normativa di tal fatta, introdotta, evidentemente, di soppiatto. E’ stata la Presidenza? E’ stato il ministero dell’Economia ? Chissà! Ma questo strano modo di ‘normare’ è dovuto ad impreparazione, a dabbenaggine, oppure tutto è stato scientemente previsto da un bieco tentativo di far passare in sordina un comma i cui effetti politici precisi dovevano portare all’improprio lavacro della fedina penale del noto personaggio? Che tutto, magari, facesse parte del noto patto del Nazareno?
Si sa, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, lo diceva uno che di trappole politiche se ne intendeva. Ma lasciamo costui a riposare in pace! Sulla vicenda, i giuristi manifestano pareri discordanti circa l’applicabilità al caso del Pregiudicato della diposizione ‘in fieri’ nel cammino parlamentare. Alcuni propendono per la tesi che la norma si potrà applicare ai soli casi di dichiarazione infedele, non certo ai casi di frode fiscale… Altri ritengono invece che il Cainano possa tranquillamente avvalersene e quindi ridiventare immacolato in quanto a fedina penale. Perfino gli avvocati del nostro manifestano pareri discordanti. Il Prof. Coppi è per la applicabilità senza alcun dubbio della nuova disposizione al proprio assistito in quanto, a suo dire, “basta l’incidente di esecuzione che consente di cambiare le sorti anche di una sentenza definitiva”. L’avv.to Ghedini, invece,appare di diverso avviso.
In tutto questo bailamme, quello che appare veramente esilarante è la posizione del Governo che, quanto meno, legifera con leggerezza senza ben ponderare le conseguenze dei propri atti, oppure assume posizioni certamente ancor più deprecabili. Significativa, a questo proposito, l’affermazione del Matteo Fiorentino assurto ai fasti di Palazzo Chigi. Dopo che la disposizione in questione (e relativo ‘sottinteso’) è stata portata a conoscenza della Pubblica Opinione con un articolo su Repubblica della giornalista parlamentare Milella, sembra che il PdC sia caduto dal pero e se ne è uscito con questa affermazione: “A me non risulta affatto che sia così (la applicabilità della norma al Silvio Nazionale, ndr). Lui (Silvio, ndr) ha una condanna definitiva e non mi pare realistico che una nuova legge possa cancellare una sentenza passata in giudicato. Ma se davvero dovesse essere possibile (il benefit a favore di Silvio, ndr), sono pronto a bloccare la legge ed a cambiarla”.
Bravo il nostro Matteo! Possiedi una laurea in legge e non ti sei accorto che indicare nella norma il 3% come limite dirimente a far scattare quella specie di sozzo condono (nello specifico, fiscale ed anche penale) poteva far insorgere, in un soggetto sveglio come tu sei, un truce dubbio, per non dire un qualche giustificato sospetto? Ed integrare un decreto del 2000 non ti pare potrebbe nascondere un preciso disegno di qualche azzeccagarbugli di ritorno, che intanto ci prova ad intaccare il principio di retroattività delle leggi? Quello che mi riesce difficile comprendere del tuo modo rocambolesco di agire (celerità, ritmo, annunci e promesse difficili da mantenere) si unisce alle perplessità sul vero grado di preparazione tuo e del tuo esecutivo (magari, con le dovute eccezioni).
Nello specifico, posto che si sia trattato di sola imperizia e disattenzione (e non di cose recondite e disegni inconfessabili), che figura fai fare all’Italia con questo rimaneggiare di botto la Legge per correggere il punto ‘incriminato’? E poi, come la correggerai, semplicemente eliminando il comma sconveniente e ‘pericoloso’ (pericoloso per il semplice decoro istituzionale e del principio di legalità e di uguaglianza), oppure ti limiterai ad abbassare l’asticella percentuale condonatoria? Ti prego, agisci in modo che tutti gli italiani di buon senso (ed io con loro) non possano aver motivo di vergognarsi di te e del tuo governo.
P.S. Una doverosa precisazione. In fatto di retroattività delle norme in materia penale, vale il principio del “favor rei” per cui una disposizione più favorevole al condannato va applicata anche per il passato… Anche sotto questo aspetto, ritengo che il Prof. Coppi, qualora il decreto attuativo passi così come diffuso a mezzo stampa, abbia ragione nel vaticinare la applicabilità della nuova disposizione anche al condannato Berlusconi. Giunge ora notizia che il Presidente Renzi ha bloccato la trasmissione del testo alla Commissione Finanze della Camera. E’ stato deciso di rimaneggiare la norma nel prossimo Consiglio dei Ministri. Importante è verificare il modo con il quale verranno apportate le variazioni…