La Regione Lombardia si impegna per l’autonomia della provincia di Sondrio
Mentre in conferenza stampa B. e Alfanuccio parlano di massimi sistemi costituzionali a doppio turno, che in questo momento non interessano proprio a nessuno, il PDL e la Lega lombardi hanno fatto qualcosa per il territorio. E se le promesse dovessero realizzarsi, la provincia di Sondrio, consorella insieme a Verbano Cusio Ossola della nostra di Belluno, verrebbe ad acquisire – in quanto territorio interamente montano – autonomia amministrativa, mantenendo l’elezione diretta del presidente e del consiglio provinciale.
La vicenda va senz’altro seguita con molta attenzione (quale sarebbe il grado di autonomia?, tanto per fare un esempio). Chissà se nel Veneto Zaia & C. capiscono la mossa e, per la provincia di Belluno, vanno oltre il budino della specificità. Dovrebbero arrivarci da soli, senza grandi aiuti, a capire che in provincia una tal decisione riorienterebbe il voto verso il recentemente massacrato cdx, che dimostrerebbe di fare davvero qualcosa di determinante per il futuro dei territori interamente montani com’è quello della provincia di Belluno.
E che non si nascondano dietro alla leggina “in favore della montagna” (progetto di legge n. 262: Misure urgenti per la tutela e lo sviluppo delle aree montane) che in questi giorni stanno discutendo in IV commissione.
Provincia autonoma ed elettiva – La Regione sposa la causa locale
SONDRIO – La Regione Lombardia si impegna al mantenimento della Provincia di Sondrio.
È stata approvata a maggioranza in aula – contrari i consiglieri del Pd, astenuto il sondriese Angelo Costanzo, e dell’Idv – la mozione del Pdl sul futuro degli enti provinciali che sancisce testualmente – grazie ad un emendamento del consigliere leghista Ugo Parolo – l’«autonomia amministrativa ed elettiva per i territori interamente montani».
Il documento parte dal riconoscimento costituzionale delle Province e dall’assunto che «il modello organizzativo lombardo, che prevede la delega da parte della Regione alle Province di gran parte delle questioni gestionali, è un modello di democrazia e di efficienza e costituisce una valida ipotesi di riforma applicabile a tutto il Paese».
E prosegue ricordando che il decreto che dispone il trasferimento delle competenze dalle Province alla Regione e ai Comuni – il Salva Italia – provocherà un aumento della spesa pubblica del 25% e sottolinea l’impatto che il trasferimento delle risorse (11 miliardi quelli gestiti dalle Province) avrà sui bilanci regionali e comunali «già oggi gravati dalle difficili condizioni di sostenibilità del patto».
Da qui la proposta di mantenere l’elezione diretta di presidente e consiglio provinciale e a chiedere al Parlamento l’applicazione del modello lombardo che prevede «ampie deleghe gestionali alle Province, l’accorpamento delle province con popolazione troppo limitata, il mantenimento dell’autonomia amministrativa ed elettiva dei territorio interamente montani» e l’accorpamento a livello sovraprovinciale degli organi decentrati dello Stato e delle Regioni, come ad esempio le Prefetture e gli Ster. (la Provincia di Sondrio)