La opaca trasparenza dell’amministrazione di Lozzo (prima parte)
Il sindaco, durante il Consiglio comunale del 18 giugno scorso, ha sostenuto che il proprio agire è sempre stato trasparente, indicando come prova di tutto ciò l’affissione delle delibere all’albo comunale.
Sostenere che la propria azione amministrativa è trasparente, solo perché si pubblicano le delibere di giunta e consiglio all’albo è come, per uno studente di scuola media, sostenere di essere bravo a scuola per il solo fatto di frequentarla.
La frequentazione della scuola media, così come la pubblicazione degli atti amministrativi, è un obbligo di legge.
Sindaco e maggioranza hanno avuto mandato dagli elettori per sviluppare la miglior azione di governo possibile, non hanno ricevuto una delega in bianco con la quale fare quello che vogliono. Chi ha avuto i voti per governare ha anche l’obbligo civico e morale di informare i cittadini sull’attività amministrativa che riesce a produrre.
Per essere trasparenti, oggi, bisogna fare qualcosina in più. Vediamo cosa.
Le delibere di giunta e di consiglio (con i relativi allegati quando presenti) devono essere pubblicate anche su internet, in modo da permettere ad una maggior fetta di popolazione di essere e tenersi agevolmente informata sull’attività amministrativa.
Quanti hanno, oggi, il tempo di fermarsi e leggere le delibere appese all’albo comunale? Quanti di noi possono invece collegarsi con comodità ad internet, magari la sera, per informarsi e sentirsi quindi partecipi della vita amministrativa? Tanti, tantissimi, e sempre di più.
Riassumo brevemente: esporre le delibere all’albo è MEDIOEVO, pubblicarle in internet è NORMALITA’. Non si è trasparenti se si usa solo il primo metodo (che è un obbligo di legge); lo si è di più se si usa anche il secondo. Lo si è molto di più se si spiega ai cittadini anche il dettaglio di determinate azioni amministrative (ma questo è, me ne rendo conto, chiedere troppo).
Caro concittadino, devi sapere che nel 2003 e 2004 le delibere, durante l’amministrazione Alessandro Da Pra, erano già pubblicate su internet (credo che in Cadore sia stata la prima amministrazione a potersi vantare di essere veramente ed efficacemente trasparente). In realtà anche durante l’amministrazione Manfreda qualche delibera è stata pubblicata su internet fino al momento in cui … PAF, sono sparite.
Dal momento che pubblicarle su internet costa più o meno il tempo di qualche click del mouse (meno di niente), sono sparite per altri motivi. In quei giorni mi ricordo che uscì sulla stampa un articolo che riprendeva la posizione espressa dalla minoranza, allora capeggiata da G. Zanella, sulla vicenda della caserma di Soracrepa. Tale posizione era stata comodamente consultata su internet dal giornalista autore dell’articolo, come allegato ad una delibera di consiglio.
Forse quell’articolo non fu molto gradito. Fatto sta che da allora le delibere comunali non sono più state pubblicate su internet. Per meglio dire, ne viene data notizia con il solo titolo; sarebbe come se i quotidiani ci giungessero con i soli titoli e poi, per leggere il contenuto degli articoli, dovessimo recarci in redazione a Belluno.
Che fare, dunque?
Se chi mi sta leggendo ritiene che essere informati sull’attività amministrativa, attraverso le delibere rese pubbliche su internet, sia non solo giusto, ma rappresenti anche una primaria forma di genuina democrazia, non deve far altro che seguirmi nella seconda parte di questo articolo.