‘ISSO’ PENSA SOLO A SE’ STESSO, ALTRO CHE GRANDE STATISTA!!!
di Cagliostro
Dunque sembra proprio che il ‘Berlu’ voglia giocare d’anticipo e rovesciare il tavolo?! Oppure si tratta di un bluff finalizzato a far tremare le gambe e far sobbalzare i neuroni all’inquilino del Colle saggiandone così, subitaneamente, le vere intenzioni? Oppure, ancora, si tratta di una mossa calcolata al fine di spingere le cose fino ad un punto di rottura per poi, all’ultimo minuto, fare il bel gesto di fermare l’anacronistica riedizione dell’Aventino dando l’idea, al popolino italiota, di grande moderazione, di un vero statista che pensa soltanto a bene del Paese trascurando i sui personali ‘interessi’? Insomma, un bellicoso annuncio di guerra, subito seguito dalla ritirata delle truppe! Tattica e strategia tipicamente elettoralistica…
Io credo che la verità stia forse nel connubio, nel miscuglio fra queste due ultime ipotesi le quali potrebbero benissimo integrarsi, essere cioè compatibili e complementari nelle loro finalità. Sintetizzo così il pensiero del grande Pregiudicato: “Io farò il bel gesto di fermare l’ardore amoroso dei miei seguaci a patto che ci sia la grazia tombale o, quanto meno, la commutazione della pena da detentiva a pecuniaria”. Che dire… Chi vivrà vedrà, ma io credo di non andare molto lontano dalla verità nel vaticinare gli sviluppi della vicenda grottesca e squallida che si sta prospettando. L’approvazione di questa sera, tra gli applausi dei corifei, a me ricorda tanto l’ultimo discorso del duce al Lirico di Milano.
La spregiudicatezza del grande giocatore d ‘azzardo questa volta però potrebbe presentare, nonostante la pochezza della classe politica che dovrebbe contrapporglisi, non pochi rischi. Quello dell’ex Unto del Signore rappresenterebbe insomma, a mio modesto parere, un tirare la corda oltre ogni limite, tanto che la corda potrebbe spezzarsi e provocare, insieme alla rovina della Nazione, anche la rovina definitiva, politica e personale, del grande imbonitore. In definitiva, un “muoia Sansone con tutti i filistei”. Sappiamo come la Storia non si ripeta mai con le stesse modalità e gli stessi esiti. Nel 1924, l’Aventino doveva sortire, nelle intenzione delle forze democratiche, la caduta del nascente fascismo.
Si trattava di intenzioni encomiabili ma non realistiche in quel preciso contesto storico, tanto più che “l’ostracismo” dell’Aula finì con il rientro nei ranghi e poi si ebbe la rabbiosa reazione fascista con la adozione della legge maggioritaria e la formazione del listone unico nazionale che consentì la vera instaurazione della dittatura. Il nuovo Aventino sarebbe un Aventino alla rovescia, una autentica farsa provocata da chi travisa il proprio ruolo, che da soggetto dalle notorie caratteristiche di prepotenza e di illegalità- un ‘pregiudicato’- vuole passare per un ‘perseguitato’ dalla supposta Magistratura politicizzata. Tuttavia, il detto che “il demonio riesce a fabbricare le pentole ma non i coperchi” appare più che mai di attualità.
E se, nonostante le ventilate dimissioni, il Parlamento dovesse non sciogliersi e decidere di approvare tali dimissioni con il subentro dei primi fra i non eletti? E se il Parlamento dovesse, di contro, respingere reiteratamente le dimissioni ed il Governo, sostituiti i ministri rinunciatari, dovesse continuare ad operare? Tutto, ovviamente, dipenderà dal PdR e dalle decisioni che adotterà (vedasi miei precedenti interventi sul tema).
Altra considerazione. Ma il Berlu vorrà davvero fare il Caimano evocato dal regista Moretti nel suo celebre film? Vorrà davvero emulare Sansone facendo crollare il tempio e sotto le macerie far finire sé medesimo e tutti noi, trasformati in filistei?
Proprio mi riesce difficile credere che, seppur con la mente ottenebrata dalla rabbia per l’infausto destino che presumibilmente lo attende (ognuno di noi è – dovrebbe essere – responsabile delle conseguenze delle proprie azioni!!), il grande Pregiudicato voglia passare alla Storia come colui che, non solo non ha mantenuto le fantasmagoriche promesse fatte agli italiani ed è stato determinante nel ridurci nelle attuali deplorevoli condizioni, ma anche come il soggetto nefasto che ci ha definitivamente dato il colpo di grazia condannandoci a Nazione in totale decadimento. La Storia comunque , non potrà prescindere dal valutare negativamente il fatto che quest’uomo ha sempre confuso il “Pubblico” con il suo “Privato”, ha piegato sovente le Istituzioni ai suoi interessi di bottega e, in definitiva, si è fatto gioco di tutti noi, seguaci ed avversari.
Mi sovviene ora un argomento di stretta attualità: la vicenda Alitalia. Con la scusa del mantenimento della ‘italianità’ del marchio, ma con reconditi intendimenti di predominio politico, egli dette in mano ai capitani coraggiosi, per due lire e senza accollo dei debiti, l’intero ‘asset’, con notevoli esuberi e licenziamenti il cui costo grava tuttora sulle nostre spalle. Non volle cedere Alitalia ai Francesi che si sarebbero accollati i debiti, avrebbero pagato oltre 3 mld di Euro e non avrebbero effettuato grandi licenziamenti. Risultato: ora i capitani coraggiosi, dopo aver spolpato ciò che ancora c’era da spolpare, hanno lasciato il campo ed i francesi si prenderanno Alitalia per soli circa 100 milioni di Euro e senza accollo di debiti…
Otre tutto, questa non è forse demagogia da fregola elettoralistica? Anche allora si era sotto elezioni e tornava utile far credere di essere il salvatore della Compagnia di bandiera… Ora quei mld di Euro (come nel caso di Telecom, dove D’Alema ha una identica responsabilità)) sarebbero stati la nostra ancora di salvezza. Ma tant’è!!!
A noi, poveri creduloni, non resta ora che sperare nella saldezza e nella ‘tenuta’ del quasi novantenne PdR , che almeno lui mantenga le promesse e, se del caso, piuttosto che cedere alle lusinghe, alle minacce ed ai ricatti, si dimetta, come ha fatto chiaramente capire nel suo discorso di reinvestitura, senza peritarsi a concedere grazie e/o commutazioni di pena.
L’auspicio vero è che Antigua possa presto accogliere il grande imbonitore, magari nelle vesti di latitante, non certo di esule.