io, dolomitico, da 9 anni patrimonio mondiale dell’Unesco, e neanche me ne sono accorto
Il compleanno dolomitico è stato qualche giorno fa, il 26 giugno (tre giorni dopo il nono compleanno del Bloz). Ricorrenza che rievoco, come nel 2016 e nel 2015 , non foss’altro che per conoscere l’andamento delle presenze turistiche nel settore dolomitico dalla nascita del carrozzone nel 2009.
I dati sono aggiornati al 2017; di quest’anno mancano però quelli riferiti alle ripartizioni del Cadore, non essendo disponibili sul sito della Regione Veneto i dati dei singoli comuni – tranne Cortina, Auronzo, San Vito e Sappada – con i quali si ottenevano i dati aggregati per le ripartizioni Centro Cadore, Val Boite, Comelico (e quindi Cadore nel suo insieme).
Ad ogni buon conto si vede che il settore dolomitico, in tutte le sue componenti, ha continuato a perdere presenze dal 2009 fino al 2014. Dal 2015 s’è avuta la ricrescita che ha continuato nel 2016 e anche nel 2017. Rispetto al 2009 Cortina d’Ampezzo ha chiuso il 2017 con un +10,4% di presenze, mentre Auronzo, che pure nel 2017 s’è finalmente svegliata, è ancora sotto, a -3,8%; anche il settore turistico locale (STL) Dolomiti è ancora a -6,1% dalle presenze conseguite nel 2009, mentre la provincia di Belluno registra un distacco di -14,2% (è peggiorata di un 4% rispetto al 2016).
Nello stesso tempo la Regione Veneto ha registrato un +14,5% e la provincia di Treviso (che dolomitica non sembra essere) uno stellare +48,7%. Tutto ciò in un periodo (2009-2017) in cui in Europa le presenze turistiche sono aumentate del 35% rispetto al 2000 (vedi grafico qui).