infamie di stato /1
E’ solo un campionario delle infamie di stato (oggi un primo esempio) che si possono raccogliere in rete. Tanto per lasciare una traccia anche qui sul BLOZ da poter richiamare alla bisogna. Oltre ai giornalai che, ben oltre il dare la notizia, hanno alimentato la “caccia” ai “furbetti della passeggiata” confezionando titoli e articoli con tagli spesso fascistoidi, le cosiddette forze dell’ordine si son date da fare al punto da diventare forze del disordine per trasformarsi, in molti casi documentati, in forze del disonore. Infamie di stato, nient’altro.
Non ho mai sbavato per le casacche militari e paramilitari ma ho sempre rispettato il loro ruolo. Ma la pioggia di infamie di stato cui stiamo assistendo, quella vocazione all’imposizione del potere punitivo evidentemente mai sopita, e quel trarre da essa “sadica” soddisfazione, quel muro di prepotenza alzato tra esse e la gente se non impaurita disorientata dalle vicende epidemiche, mi hanno suggerito un drastico cambio di valutazione. Del resto, le infamie sono prodotte da infami.
Da servitori a servi dello Stato.
Crediamo, o forse ci costringiamo a credere, che la maggior parte di quelle forze dell’ordine siano ancora degne del nostro rispetto e della nostra stima. E così devrà essere, ma non sarà facile togliere tutto quel fango che loro stesse si sono gettate addosso in un impeto di follia punitiva sguinzagliata “per perseguire illeciti che non esistono”.
(sull’elicottero della guardia di finanza per i controlli in laguna)…(screenshot)
"Ecco Barbara, Barbara! L'uomo ha aumentato il passo e sta scappando, lo stiamo inseguendo! Si sta allontanando tra le case e lo stiamo inseguendo! Andrea, inquadra!".
È un film poliziesco?
No.
È Barbara D'Urso con #pomeriggio5.
Incredibile pic.twitter.com/OyVyuotPhY
— Pietro Raffa (@pietroraffa) April 13, 2020