indovinello: ‘serviamo noi per affossare la Provincia e per fare dei buchi così nei conti del Bim-Gsp’ (chi sono?)
Allora, la cosiddetta cena popolare ha avuto luogo a Calalzo di Cadore. Il servizio ai tavoli è stato svolto dai consiglieri comunali calaltini – rigorosamente all’unanimità (insomma, maggio e mino hanno riunito gli sforzi) – capitanati dal sindaco De Carlo. Al drappello indigeno dei serventi si sono poi aggiunti, suppongo per dare una mano, i sindaci di Cortina e Perarolo. Mi ero augurato ed aspettavo la partecipazione del tandem sindacale di Lozzo di Cadore che invece non si è presentato (voci di paese dicono che nel contempo stessero affrontando il nodo delle griglie della riserva orientata del brolo de Sior Tita, ossia del parcheggio di Prou).
D’accordo, l’ambientazione è da spensierata sagra paesana, e ciò suggerirebbe di non infierire sui sindaci, ancorché del PDL (naturalmente ve ne sono di buoni anche in questo sciagurato partito; la stessa cosa vale per gli sventurati elettori che, obtorto collo, si ritrovano fra le mani un apparato vomitevole). Infatti non lo farò: lasciamoli correre, i sindaci, sudaticci, sul loro tapis roulant.
Ma alla cena c’era anche Dario Bond, consigliere regionale e capogruppo del PDL in regione, che sindaco non è.
Non è vero che i serventi portassero una maglietta con lo slogan “alla gente serviamo noi”, perlomeno non Bond. Lui, come esponente di spessore del PDL, aveva una maglietta che davanti riportava lo slogan:
serviamo noi per affossare la Provincia di Belluno
mentre dietro la dicitura era:
serviamo noi per fare un buco così nei conti di Bim-Gsp
Notato la rima (così … Gsp)? La maglietta, non so se ci avete fatto caso, è un esempio di comunicazione coordinata: azzurro saint tropez per richiamare subliminalmente il cromatismo del simbolo del partitino, visto il crollo elettorale del PDL alle ultime amministrative (sempre che Silvio non torni a sbattersi qualche Ruby di turno, risollevando così le sorti dell’armata celeste).
Deve essere stata una delizia veder sculettare tra i tavoli questo ruspante rappresentante della Casta Regionale. Un pezzo d’uomo da 12.000 euri al mese (più vitalizio assicurato) con le braccia alzate e le mani occupate a sostenere le cibarie. A quanti sarà venuta la voglia di fargli il solletico sotto le ascelle, eh??
Ah, dimenticavo: per i meno accorti, la risposta all’indovinello è: