In Sicilia si paga per spalare la neve ad agosto, a Belluno non si hanno i soldi per sgombrare quella dell’inverno che verrà!
Ce ne sono di libri di denuncia che descrivono l’arte di “arrangiarsi”, motivo d’onore in certe parti del Paese (come osservava Miglio). Ogni tanto succede che sui giornali zampillino notizie di questo tipo (la Repubblica). A Palermo capita “il caso di un dipendente della provincia siciliana che, solo ad agosto, ha richiesto il pagamento di 200 ore di straordinario per lo spalamento di una neve che non c’è. Altre 215 ore gli erano state pagate nei mesi precedenti”.
Il problema, ovviamente, non è riferito al singolo caso. Infatti:
C’è un motivo, se la Sicilia spende otto volte di più della Lombardia per gli stipendi dei suoi 17 mila dipendenti, c’è un motivo se la Regione Siciliana ha il record italiano di dirigenti, funzionari, assistenti, consiglieri e consulenti: qui c’è tanto, tanto lavoro da fare. Per esempio, a luglio tocca spalare la neve. Sì, proprio a luglio, quando il termometro segna 19 gradi di minima (e 30 di massima), nell’isola del sole c’è la neve.[…]
E l’articolo ha una mesta (quanto ironica) chiusura:
[…] Ma non finirà qui, si capisce. Lo stakanovista dello spalamento estivo farà ricorso al Tar, si incatenerà davanti alla Regione contro l’ingiustizia subita, cercherà un politico disposto a prendere a cuore la sua causa. E lo troverà di sicuro. Perché in Sicilia, lo sanno tutti, il lavoro è sacro.
Ricordo che con l’arrivo dell’autunno-inverno in provincia di Belluno non vi è la garanzia che le strade possano essere sgombrate dalla neve, per mancanza di fondi dovuti a quelli che vengono definiti tagli e che invece, per chi è sempre stato virtuoso, sono rapine di Stato a danno dell’intera collettività. Magari può essere utile dare un’occhiata ai residui fiscali delle varie regioni pubblicati recentemente sul BLOZ, a cominciare dalla Sicilia.
E iniziare a tirare qualche conclusione sul federalismo che fa fatica a farsi strada (chissà perché), e sui comportamenti che dovremmo in futuro adottare per autotutelarci.