IMU a Lozzo di Cadore: l’uomo del 30% cosa ne dice?
di Cagliostro
Siamo al clou della vicenda IMU ed ora il Duo di Piadena dovrà mettere finalmente le carte in tavola. Il Cons. Comunale sarà presto chiamato a ratificare la volontà del novello Re Sole e del suo Richelieu in merito alla definitiva quantificazione (discrezionale) della imposta che i proprietari di abitazioni sono tenuti a sborsare per tentare di mettere in sesto i disastrati conti di questa sconquassata, povera Italia.
Parlo dell’IMU impostoci da big Mario (Monti) unitamente ad una miriade di altre gabelle: accise impudenti, Iva esorbitante, Irpef iniqua con codazzo di addizionali ed anticipi, tariffe e prezzi lievitanti ad ogni stormir di fronda ecc. ecc. Il tutto per tentare (non è detto che ci si riesca!) di tamponare le voragini della finanza pubblica di uno Stato colabrodo.
Le aliquote IMU di base fissate per legge riguardano, come è noto, il 4 x mille per la prima casa ed il 7,6 x mille per le seconde case, con facoltà concessa ai Comuni di stabilire una ‘oscillazione’ delle medesime aliquote secondo le seguenti fasce:
1a casa: possibile maggiorazione (o improbabile, ipotetica riduzione) fino ad un massimo del 50%; l’applicazione può quindi contemplare – a parte la semplice conferma dell’aliquota base- la determinazione che va da un +2 punti ad un -2 punti, ossia l’aliquota finale può passare da un minimo del 2 x mille ad un massimo del 6 x mille (o cifra intermedia).
2a casa: il parametro 7,6 x mille può essere fatto ‘oscillare’ dai Comuni entro una forbice di 6 punti (3 punti in più e 3 punti in meno); in altre parole, la gabella può scendere (molto teoricamente) al 4,6 x mille o salire fino addirittura al 10,6 x mille.
Nel computo va poi conteggiata anche la rivalutazione della rendita catastale (base di calcolo) per ben il 60%.
Precisato il quadro della situazione, resta ora da valutare nel merito ciò che bolle in pentola a Palazzo Venzo. Dopo la decisione in itinere, a Dicembre i ‘poveri cristi’ di contribuenti dovranno provvedere al versamento del saldo con presumibile conguaglio, un autentico salasso se, come si intuisce da tempo, l’intenzione di Luigi XVI° e del suo Richelieu sarà quella di applicare i massimi consentiti dalla legge istitutiva dell’IMU. Conoscendo infatti assai bene i soggetti (vorrei tanto sbagliarmi e dover chiedere venia!), affermo in via preventiva che il provvedimento sarà nei termini sopra descritti e che la giustificazione che verrà adottata sarà duplice: “esigenze di bilancio lo hanno imposto”, “così fan tutti”. Due amene falsità!!! Andiamo con ordine. Lo stato del bilancio, pur non essendo roseo come un tempo, non appare talmente disastrato da imporre l’applicazione tariffaria sui massimi. Altri sono i Comuni che dovranno giocoforza acconciarsi a tartassare i propri cittadini al fine di poter tirare avanti senza ridurre il ‘sociale’ e senza dover mettere in forse il pagamento degli stipendi.
Ma poi, se il bilancio non appare pingue come un tempo, le ragioni vanno anche individuate nell’azione dell’esecutivo i cui atti e provvedimenti amministrativi sono apparsi ed appaiono sovente non ben ponderati ed opportuni, spesso privi come sono di una attenta analisi del rapporto costi/benefici. E mi fermo qui per amor di patria, riservandomi comunque, ove necessario, di fornire un ampio, documentato dettaglio che dimostri quanto spazio ci fosse stato (e tuttora ci sia) per una “spending review” (revisione della spesa) atta ad evitare (od almeno limitare) l’aggravio fiscale per i cittadini.
Chi scrive, un giorno ha fatto presente a qualcuno di quelli che contano nel Palazzo: “Se questi signori fossero amministratori accorti, veramente oculati ed intelligenti, capirebbero appieno la situazione di epocale crisi che attanaglia le famiglie e conseguentemente dovrebbero dare un segnale di accorata condivisione dei problemi economico-sociali, di aver insomma assimilato le problematiche immani degli amministrati e la profondità della crisi; la conseguenza logica, la lungimiranza politica dovrebbero quindi imporre a lor signori una moderata applicazione degli inasprimenti, se non proprio una loro inalterabilità rispetto ai parametri fissati centralmente, senza quindi eccedere per demagogia, insipienza o, peggio, per dolosa mistificazione della realtà finanziaria e contabile del Comune.
In quanto al “così fan tutti”, contesto la validità dell’assunto, essendo stato verificato che, sia nel nostro comprensorio che a livello provinciale, diversi Comuni hanno dimostrato lungimiranza e moderazione nell’adozione delle deliberazioni afferenti la materia.
Concludo facendo presente i motivi che stanno alla base del titolo. Il nostro Conducator si è particolarmente distinto in fatto di inasprimenti fiscali inappropriati in ben due circostanze.
Una in quanto consigliere BIM, con la geniale scoperta che per sanare “il buco nell’acqua” lasciato dalla gestione dei sindaci in GSP non ci fosse nulla di meglio che proporre l’adeguamento tariffario del 30% a carico degli ignari utenti, gabellando il provvedimento come esigenza di adeguamento tecnico delle tariffe a seguito della lievitazione dei consumi mal determinati dall’AATO (sempre a gestione ‘sindacale’). Un secondo 30% il nostro lo ha ‘esorcizzato’ in Consiglio Comunale quando ha fatto ratificare l’annullamento della parziale perequazione tariffaria a favore dei lozzesi della diaspora in fatto di utilizzo del servizio raccolta e smaltimento rifiuti. Con ciò mettendo in non cale l’operato, questo sì lungimirante, di una sequela di amministratori precedenti (vedasi link con la documentazione riguardante il carteggio fra un utente ed il sindaco).
L’uomo del 30% si accinge ora ad applicare una nuova, più consistente maggiorazione, questa volta a carico di tutti i lozzesi (de inte e de fora).
Ben venga la primavera del 2014 con l’auspicio che non si cada dalla padella alla brace. Nel frattempo ringraziamo tutti il duo di Piadena per il gentile pensiero.