il Consorzio Tre Cime, cercando forme autentiche di collaborazione, ha scoperto la ruota
Il vice presidente del Consorzio Tre Cime Dolomiti ha impiegato quasi quattro colonne – un po’ come un criceto con il suo girello – (il Cadore di settembre, p. 9) per farci sapere che i Puster, “nell’ambito di un clima sereno e collaborativo“, hanno spiegato perché hanno scelto di chiamare il loro prodotto turistico Drei Zinnen Dolomites (che, pensate, viene “declinato poi in italiano in Tre Cime Dolomiti“).
Veniamo inoltre a sapere che (e par di capire che sia la crème de la crème prodotta nell’incontro):
“Da entrambe le parti è scaturita la richiesta, da porgere alle testate giornalistiche locali, di inserire almeno una pagina di notizie dell’altra vallata in modo da aumentare la conoscenza reciproca e le possibilità di collaborazione.”
Geniale, no?!
(e soprattutto risolutivo!)
Testate giornalistiche locali?? Ma-chi-ttte-se-ncula!
Sentite a me: se usiamo i bollettini parrocchiali possiamo entrare in ogni casa e scuotere le coscienze con più incisività (ma può andar bene anche un bollettino comunale come il L’ecco di Lozzo). Poi, ora che è stata scoperta la ruota, possiamo contare anche su una facilitata intermodalità di scambio intervallivo. Se poi gemelliamo le valli, una volta facciamo fiera a Lozzo e una a Braies; una volta ad Auronzo e l’altra a Dobbiaco.
Se ci mettiamo anche un pellegrinaggio, na volta qua e na volta là, la “conoscenza reciproca” è garantita. E potremmo anche porre le basi per facilitare un interscambio di gameti, sì da migliorare l’impasto razziale. E col tempo, chissà, si potrà pensare anche al comune unico.
Intanto, prendetene nota:
“Il gruppo di lavoro ha quindi concluso l’incontro con l’impegno di ritrovarsi in autunno per cominciare ad elaborare progetti di promozione comuni attorno all’area Tre Cime di Lavaredo.”
Ah, ecco!
(e vissero felici e contenti; mi raccomando: non dimenticatevi l’obbligatorietà della weiss alla spina in ogni rifugio del contado per tutta la durata della stagione)