il colmo della misura e l’utilizzo dei forconi
Sono convinto che la misura non sia ancora colma. Trovo tuttavia istruttivo quanto scritto da Leonardo Facco in questo post:
Fossi in voi comincerei a rimboccarmi le maniche! Ma non per lavorare ancora di più, ma per cominciare a menare le mani, perché se è vero – come è vero – che verranno aumentate ancora le tasse delle due l’una: o siete degli schiavi senza possibilità di redimervi (Etienne de la Boetie), oppure ad un certo punto perderete la pazienza e la smetterete di accettare pedissequamente i soprusi di quel branco di maiali (più eguali degli altri) che siede in Parlamento. […]
Nossignori, io sto cercando comunque di salvarmi le chiappe, nonostante voi democratici di destra e di sinistra. Il fatto è un altro, è che la storia della libertà è una storia di botte da orbi, soprattutto quando la misura diventa colma.
Ogni tanto penso alla condizione dei cadorini e più in generale dei bellunesi. Tranne pochi visionari, nessuno che si renda conto che stiamo morendo soffocati dallo Stato. Allo stesso modo la gente che popola il Veneto: rassegnati a lavorare e tirare il carro con la fronte bassa, e nulla più. Gli uni e gli altri ingessati, impossibilitati ad assumere coscienza della loro qualità di servi ed oppressi dallo Stato. L’idea di autonomia per i primi e dell’indipendenza per i secondi scalda solo qualche anima avanguardista. Gli altri dormono nella loro radicata infermità.
Ma Adams, nel suo bellissimo ed istruttivo libro, ci fa notare anche un’altra cosa: nessun satrapo ha mai mollato l’osso fino a quando non è stato preso a legnate sui denti. Nessun aguzzino di Stato (si chiami Equitalia, Esatri, Agenzia delle Entrate o come diavolo preferite) ha mai smesso di bussare alla porta dei sudditi, sino a quando i sudditi, dopo avergli aperto, hanno cominciato a rincorrerli, bastonarli, impeciarli e riempirli di piume per mostrali al pubblico ludibrio. A volte li impalavano nella pubblica piazza! […]
Dubito che le amebe possano avere un colpo di reni da cui partire per la riconquista delle libertà che ci sono state sottratte, tuttavia “mai dire mai”. La citazione iniziale di Étienne de La Boétie mi ha fatto ricordare di un articolo letto su Byoblu, Svegliati, servo!, che suona una melodia molto simile a quella intonata da Facco:
« Tiranno non è semplicemente l’Uno della monarchia assoluta, ma qualsiasi corpo politico che elimini il carattere pubblico del potere per utilizzarlo in modo da imporre agli altri la propria volontà ed i propri interessi; indipendentemente dal modo in cui questo potere è ottenuto, fosse anche attraverso il suffragio popolare. » (Étienne de La Boétie)
«Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!»
(da mettere in qualche modo in pratica)