il Centro Cadore perde i pezzi con ardore: presenze 2014 -5,4%; dal 2000 -41%
Ohi che dolor, sto Centro Cador. Se non ci fosse Auronzo a tener botta, pur in lento e progressivo avvizzimento, il Centro Cadore sarebbe, in termini di accoglienza turistica, una favelas (ma è già una bidonville). In termini assoluti, considerato che nel 2015 anche i crotali hanno telefonato per avere un po’ di refrigerio (se mai avremmo i dati dei flussi turistici su cui riflettere), dovremmo poter constatare una fortunosa ma positiva inversione di tendenza. Ma in termini relativi la cosa non ci fa saltare di gioia, perché tutta la montagna, ma anche il mare e le città d’arte, erano piene come un uovo. Insomma, il Centro Cadore resta un malato grave con mezza gamba nella fossa.
(per completezza, senza riportarne i dati in grafico, va registrato il “miracolo” di Perarolo che, dal 2010 (prima era un non pervenuto), sta procedendo con queste presenze: 284 (2010), 497, 863, 1.905, fino alle 5.395 del 2014; come detto altre volte, noi peschiamo nei dati ufficiali offerti dalla Regione Veneto: non possiamo sapere (in questo caso ce ne frega niente) se prima era così lo stesso e i perarolesi si “dimenticavano” di registrare le presenze o se, invece, tizio caio e sempronio hanno iniziato ad offrire nuova accoglienza; ad ogni buon conto è giusto registrare questa “tendenza”, tenendo conto che 5.000 presenze sono solo un brufolo, ma sempre meglio di quanto non abbia fatto Lozzo, una pustola con poco più di 2000 presenze)