“IL BUON SENSO DI BERSANI: PRESTO SI TORNERA’ A DAR SPAZIO A GENTE SERIA”
di Giuseppe Zanella
(da uno scritto del saggista, Prof. Pierfranco Pellizzetti)
Leggo l’articolo di cui al titolo e mi sembra di intravedere “una piccola luce in fondo al tunnel”, fuor di metafora sembra proprio che il periodo aureo (si fa per dire!) della politica politicante, dannosa e deleteria che ha contraddistinto il dopo tangentopoli con l’avvento, prima dell’inqualificabile berlusconismo, poi della accozzaglia “destra-centro-sinistra”, indi del sinistro e parolaio ‘renzismo’ (che da rottamatore del sistema è finito per rottamare sé stesso), per finire al bieco leghismo (che con il ‘Capitano’ ha cambiato pelle e natura e da localista si è trasformato in partito su scala nazional-popolare, rimanendo comunque sempre intriso di demagogico ed inconcludente sovranismo-qualunquismo).
Perché dico questo? Il Prof. Pellizzetti ci rinnova la memoria e ci fa rivivere le vicende che hanno portato alla delegittimazione politica ed alla marginalizzazione dal protagonismo pubblico di un politico che aveva dato ampie prove di capacità tecnica e socio-economica di rilievo sia come governatore della Emilia-Romagna che come ministro dell’Industria. Alla fine, complici gli apparati politici dall’etica claudicante, interni al suo partito ma anche esterni ad esso, l’uomo, che poteva essere una autentica risorsa per la Repubblica, venne qualificato soltanto per la sua bonomia e per essere relegato al ruolo di “simpatica macchietta creatrice di metafore surreali”.
Il prof. Pellizzetti traccia la storia di questo lungo periodo di oscurantismo politico della Repubblica partendo dalla vicenda del 1.4.2013 con il faccia a faccia fra lo stesso Bersani e certi Vito Crimi e Roberta Lombardi, esponenti dei 5Stelle, incontro per tentare la formazione di un governo. Sappiamo tutti come è andata a finire… La disamina continua con l’ormai inarrestabile declino del berlusconismo e del suo ‘padre-padrone’ e con la successiva leadership sovranista del noto capitano, personaggio che ha messo in non cale il secessionismo bossiano da avanspettacolo; tutto prosegue con la narrazione delle contraddizioni di FdI della goliardica Meloni la quale parla adesso di ‘pericoli autoritari’, dimentica, proprio lei, del suo rifarsi alla ‘ideologia’ predappiana. A questo punto l’autore parla dell’avventurismo renziano, tutto teso ad inseguire a ritroso sul bagnasciuga del 2% il livello di consensi del suo competitore pariolino-naif, tale Carlo Calenda.
La disamina finisce con la citazione dei due dioscuri dell’ex PDS, Massimo D’Alema e Walter Veltroni, ormai ‘desaparecidi’, l’uno “evaporato nei suoi birignao, l’altro annegato nei fumi del proprio buonismo con retrogusto perfido”. Ebbene, in un panorama di tale squallore, sembra proprio che un personaggio come Bersani, già tanto vituperato e non più leader, abbia saputo assurgere con il tempo a voce caratterizzata da una virtù che sembrava perduta: IL BUON SENSO. Egli appare oggi come una sorta di saggio Nestore, utile per riflettere sui temi che dovranno essere affrontati nel prossimo futuro, quando cesserà il chiacchiericcio dei fautori del terrorismo verbale, ancora inconsapevoli di essere già morti ma che, imperterriti, seguono tuttora i loro miserevoli calcoli di bottega alla spasmodica ricerca di un consenso purchessia…
L’uomo di Bettola, al confronto dei così detti ‘terroristi verbali’, appare insomma un politico saggio, accorto e preparato, non certo indulgente al vittimismo ma tutto proteso a guardare al futuro, discostandosi dalla riva del fiume dove ha già visto passare vari cadaveri politici ed anche diversi morituri che si dibattevano nel vano tentativo di non affogare.
NB – Ai denigratori del nostro, ricordo alcuni provvedimenti realizzati dal ministro Bersani (governo Prodi) che vanno sotto il nome di lenzuolate: surroga dei mutui gratuita; chiusura e/o trasferimento dei c/c bancari gratuita; eliminazione del balzello della ricarica di schede telefoniche e pay-tv; i tagliandi auto effettuabili in qualsiasi officina, evitando magari quelle più onerose autorizzate dalla case automobilistiche ecc. ecc. Altri provvedimenti erano in itinere, quando la dabbenaggine di qualche parolaio-politico ha creato la crisi di governo, e così di altre ‘lenzuolate’ non si è più parlato.
Lapidario il giudizio di Bersani l’altra sera ad 8 e mezzo: “Renzi fa l’uovo di giornata per stare sui giornali il giorno dopo. Conte guida una panda quando ci vuole una Ferrari”. Come dargli torto?