i signori Fujimori a spasso per la Svizzera (o del ‘farà concorrenza alle Dolomiti?’)
Qualche giorno fa ho provato, senza successo, a rispondere al quesito: “Il Monte Fuji, in Giappone, è candidato a entrare nella lista dei siti Unesco. Farà concorrenza alle Dolomiti?“. Non ho fatto mistero che il dilemma è profondo e controverso. Ribadisco che, restando nel paese del Sol Levante, mi sarebbe più facile investigare le perturbazioni sul mercato elettrico a seguito dell’arresto della centrale di Fukushima o, meglio ancora, l’incidenza sui mercati mondiali del devastante tsunami del marzo 2011. Per dire, ho trovato una correlazione positiva tra tsunami ed aumento del costo medio del whisky venduto sulle coste groenlandesi.
Detto questo, mi sono imbattuto in un video promozionale relativo al sistema dei trasporti elvetici a supporto del turismo. E poi mi sono imbattutto in Finozzi e quelli del CAI veneto che recentemente si sono gonfiati il petto con la banda larga nei rifugi ed i “sentieri parlanti”. Mi son detto, “le due cose si somigliano“, e sono qui a parlarne. Della banda larga nei rifugi ho già scritto (qui e quo), dei sentieri parlanti non ne ho voglia: fate conto che sia come una bambola parlante, quelle che balbettano “ho male al pancino, devo fare la pipì, ho la febbre ecc”, solo che georeferenziata.
Il progetto, innovativo ça va sans dire, regionalmente pataccato come “d’eccellenza“, cosa che ne garantirebbe il successo “a priori” (che sia questa una battuta?), è dedicato alle “Dolomiti Patrimonio dell’Umanità”: be’, ci sono, c’è anche la relativa Fondazione, sarebbe un peccato mortale non coinvolgerle. Già detto mille volte: nel turismo tutto fa brodo. Del resto, se proprio non hai un palato sopraffino, un discreto brodo lo fai anche con carne di pantegana (basta eliminare la coda).
Nel video che descrive lo Swiss Travel System e che è ovviamente autocelebrativo, una coppia asiatica – più precisamente giapponese e residente alle falde del Monte Fuji (che fervida fantasia che mi ritrovo) – giunge in Svizzera e ritira lo “Swiss Pass” (non che sia gratis eh!) con il quale si può girare la confederazione con … un “certo grado di libertà”.
Ammetto che non ho ancora trovato risposta a quella domanda (… farà concorrenza alle Dolomiti?)! Però è entusiasmante sapere che in Svizzera si portano i treni sopra i 3000 m (così, per dirne una), mentre qui in Veneto, nello stesso momento in cui è messa in dubbio l’esistenza della stazione di Calalzo, con tutto ciò che ne conseguirebbe in termini di impatto su un turismo già imbolsito, si porta la banda larga nei rifugi. Finozzi: quanti altri “miracoli” come questi, superbi oltre ogni umana immaginazione, ci dobbiamo aspettare?