i sette nani di Loreto, nonostante l’aiuto del sindaco, non ce l’hanno fatta a finire i lavori per l’inizio dell’estate
Lo scrivo con disappunto perché, tra l’altro, avevo previsto tutto già con l’articolo i sette nani ed il parco di Loreto a Lozzo di Cadore, ed eravamo al 17 aprile scorso. Prendevo spunto da un articoletto apparso nella rubrica “dal Comune” del bolpar (bollettino parrocchiale) uscito in quei giorni, nella quale veniva scritto:
a breve riprenderanno i lavori, già in fase avanzata, davanti alla chiesa di Loreto. I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate, l’area recuperata a parco sarà ….
Sottolineavo, con una velata vena ironicheggiante, la frase clou della strabiliante notizia: “I servizi forestali dovrebbero terminare i lavori prima dell’estate …”. Dovrebbero, sia chiaro. Ma siccome, i lavori, erano già in fase avanzata, era lecito ritenere che l’immane sforzo si sarebbe davvero concluso con il sopraggiungere dell’estate. Così non è stato. Mi chiedevo anche:
Che cosa dovranno poi fare, se si insinua il dubbio che per terminare i lavori non bastino i mesi di aprile, maggio e buona parte di giugno? Se poi si considera che il cantiere è stato ri-aperto a metà marzo (giorno più giorno meno), la cosa lascia quantomeno perplessi. Che manchi l’ausilio di Biancaneve?
E qualche Biancaneve deve essere passata ed aver notato una certa qual ritrosia nei sette nani, nel dare lo sperato “colpo di mano” necessario a finire l’opera. E così, tradendo il tradizionale copione fiabesco, queste dissennate voci sono giunte al sindaco che, prontamente, si è recato personalmente in quel di Loreto a dare una mano sollecitando la languente impresa. Vanamente, perché è arrivata prima l’estate.
Ma ciò che conta, è ovvio, non è l’efficienza dei lavori, ma la qualità del risultato. Essendo ispirato all’aura papale, tutti i lavori sono stati alimentati dal biblico passo delle scritture in cui si invoca la luce. E luce fu. Quella non manca davvero. Ecco perché sta sempre più prendendo piede l’idea che, quello di Loreto, sia davvero il primo “Parco Solare Alpino”: il fatto che sia poi dedicato a Papa Benedetto XVI è quasi secondario.
Non conta molto infatti che lo stesso papa, così si dice, rivolgendosi a chi vagheggiava la possibilità di realizzare un parco a lui dedicato, gli abbia detto “lasci perdere ….”. Sembra anche che, con un gesto di rara destrezza, abbia anche accennato con una mano ad una nota figura scaramantica. Si sa infatti che le dediche, non quelle scritte sui libri, mi riferisco a quelle “monumentali“, pur essendo possibili “in vita”, vengono normalmente proposte “in ricordo di“, ossia postume rispetto all’ascesa in cielo. E’ quindi lecito supporre che il rappresentante di Dio in terra non abbia inteso proprio come ben augurale questa invenzione, nonché forzatura, del “potere temporale lozzese”.
Ma se tutto ciò aiutasse il mondo a lenire il flagello della pedofilia, che così profondamente sta colpendo il Vaticano ed i suoi porporati, beh allora …