i fondi Brancher senza l’Odi e senza inganni …
L’articolo 12 del decreto sulla spending depiù ooopss review determina la soppressione dell’Odi, organismo di indirizzo, che sovrintendeva e/o coordinava lo sminuzzamento del cosiddetto fondo Brancher. Tale coordinamento passa ora nelle mani delle due province autonome, Trento e Bolzano, che sono poi i fornitori dei fondi, dei schei.
La cosa non è piaciuta a Zaia che ha strepitato come un assatanato (come del resto fece in occasione della tesoreria unica, strepito che è rimasto tale):
“Un governo amorale e indifferente rispetto agli effetti delle sue decisioni, ha deciso che 94 comuni del Veneto e alcune centinaia di migliaia di cittadini veneti che già vivono nella delicata situazione di comunità di confine con province a statuto speciale, saranno, di fatto, gestiti da tali province, le stesse da cui dovrebbero invece essere tutelati. Analogamente il decreto stabilisce per i comuni lombardi. Si può dire che Monti smonta la montagna del Nord.” […]
Anche tal Losego se l’è presa, soprattutto in ragione del fatto che l’Odi non sarebbe costato nulla ai cittadini (tesi sostenuta anche dal comandante senza spada Zaia), anzi, alla fine ci rimettevano anche la benzina per andare a Verona alle sedute. Il componente dell’Odi giunge presto, da solo, alla sana conclusione che anche siora Cesira avrebbe consigliato: “se non prendi neanche il gettone di presenza e anzi ti costa anche andarci, dovresti essere contento che t’hanno eliminato una rottura di coglioni”.
[…] «Da giovane montanaro capisco poco di alta politica», ironizza Losego, «ma non capisco perché abolire un organismo che non ha costi a carico della collettività, cioè nessun rimborso nè gettone di presenza. Di sicuro risparmierò io, visto che non dovrò più andare a Verona».
Sempre sul Corriere delle Alpi un altro articolo, in contemporanea al precedente, sottolinea invece che l’Odi avrebbe un costo di mantenimento di mezzo milione di euri l’anno, che non sono proprio bruscolini. Se il carrozzone dell’Odi doveva servire a coordinare la spartizione dei fondi Brancher è facile immaginare che, alla mancanza del gettone di presenza, i componenti abbiano colmato il gap in qualche altro modo, ma non facciamo fatica a credere che per preparare quattro sedie per una riunione con un po’ di riscaldamento durante la lunga stagione sia bastato il mezzo milione di euro cui si fa cenno.
[…] Dalle prime reazioni, infatti, c’è chi dà ragione al governo. Anche perché comunque i costi per il mantenimento dell’Odi sono di circa mezzo milione all’anno.
La spartizione della carità autonomista verrà ora gestita dalle province autonome, quelle che mettono mano al portafoglio (c’è da dire che se la spending depiù resta com’è, avendo tagliato abbondantemente anche alla autonomie speciali, col cazzo che Trento e Bolzano tireranno ancora fuori quei soldi). Sempre che al pregiudicato Brancher non corra in soccorso un ripensamento dei tecnocialtroni dell’ultimo momento, bye bye ODI.
Presumo che il costo a carico di Trento e Bolzano verrà contabilizzato e sottratto dai fondi messi a disposizione. Autonomi SÌ, ma mica fessi :-).