ho ripreso a rimettermi la cintura di sicurezza
Ho visto più volte la polizia locale in questi 4 giorni di inizio d’anno, che negli ultimi sei mesi. E sono contento. Ho vissuto la creazione del servizio associato di polizia locale, giustificato inizialmente per il contenitmento dei costi (ma chi ci ha mai creduto?), come una appropriazione indebita di un servizio, uno dei pochi, che dovrebbe essere fra gli ultimi ad essere integrato.
Perché? E’ molto più semplice integrare servizi che con il territorio non hanno niente a che fare, come l’anagrafe e la ragioneria, per fare un esempio. Datemi un computer e l’ordine perentorio e vi metto su io, in 4 giorni, un servizio integrato per tutti i comuni del Centro Cadore (ma se me lo ordinate posso includere anche il Comelico e la Valle del Boite). Se si tratta di anagrafe e ragioneria. Perché questi sono i tipici servizi che si possono computare strutturando una banale rete intranet.
Non potrò mai però riuscire a farlo con servizi legati al territorio, come la polizia locale e la pulizia locale. No, questi servizi devono essere gestiti sul posto, se vogliamo renderli efficienti.
Molti si ricorderanno che, a caccia di voti durante le elezioni del 2004, circolavano promesse di varia natura “sull’annientamento dei vigili“, quello che era dipinto come il vero problema di Lozzo. Col tempo, all’attivazione del servizio integrato, siamo poi stati spettatori dell’esilio della “nostra” polizia locale.
All’inizio abbiamo tutti tirato un respiro di sollievo; finalmente quel rompiscatole andava a rompere da qualche altra parte. Poi ci siamo trovati le auto che sfecciavano per via Padre Marino a 80 km/h, quelle accatastate sui marciapiedi in piazza, le moto scorrazzanti a tutte le ore del giorno e della notte in paese e altrove ecc. ecc..
In questo lasso di tempo la nostra amministrazione ha volutamente lasciato sguarnito anche il presidio del territorio extra-urbano, così la monte tafernizzata poteva gestirsi con più elasticità, così come le varie lobby: baitisti, cacciatori, fungaioli, per citarne alcune.
Non intendo qui santificare nessuno, né giustifico eventuali “esagerazioni” nell’interpretazione troppo rigida del proprio ruolo, che la nostra polizia locale può, a detta di qualcuno, aver manifestato in passato, di cui io peraltro non sono mai stato personalmente testimone.
E veniamo al titolo. Nel tratto di strada di via loreto tra casa e lavoro, lo ammetto, faccio fatica a mettermi la cintura di sicurezza. Anzi, la verità è che la metto solo se parto con mia figlia, perché non posso fare a meno di darle il buon esempio. Ma se sono solo, non la metto mai. D’ora in poi so che dovrò farlo (così come era mia abitudine prima “dell’esilio” della nostra polizia locale). Perché, cari signori, ripeto quello che ho detto in apertura, in questi 4 giorni ho visto più spesso la polizia locale che negli ultimi sei mesi. E ne sono contento (per ora).
Anche le alte (si fa per dire) cariche della nostra amministrazione dovranno fare un po’ più di attenzione. Non potranno più lasciare con disinvoltura le proprie auto a cavallo delle linee di parcheggio, né parcheggiarle a pochi metri da incroci di una certa rilevanza. No, non ho le foto di queste libertà che vi siete presi, non ho mai sentito il bisogno di farle, ma le ho viste con i miei occhi, e questo mi basta.
Ah, dimenticavo di darvi la notizia che ha dato vita a questo articolo. Con la fine dell’anno è finito anche il servizio associato di polizia locale (che vedeva assieme i comuni di Pieve, Calalzo, Domegge e Lozzo). Nel 2010 ogni comune farà per proprio conto. Il sindaco di Calalzo De Carlo (dal Corriere delle Alpi): « … personalmente non vedo l’ora di disporre dei miei vigili, ai quali farò sorvegliare le vie del paese per far rispettare le ordinanze. Un compito molto più vicino alle reali esigenze dei cittadini e più sensibile al desiderio di sicurezza espresso più volte dai cittadini».