Glesie Furlane sull’imminente visita del papa a Venezia ed Aquileia
Seguo da tempo il sito del Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl. L’articolo di ieri metteva in luce una lettera-commento di Glesie Furlane sull’imminente visita del papa a Venezia ed Aquileia. Riporto i passi significativi in termini di identità culturale e linguistica.
Un paio di suggerimenti al vescovo della Chiesa di Roma che viene in visita pastorale alle diocesi che costituivano l’antico Patriarcato di Aquileia:
1. Si consiglia di leggere la bolla papale Injuncta nobis , datata in S. Maria Maggiore il 6 luglio 1751, con la quale Benedetto XIV sopprimeva la Chiesa patriarcale di Aquileia. Nessuno si permette di richiedere all’attuale papa un atto formale di riparazione per un provvedimento iniquo del quale non sarà neppure a conoscenza e di cui non porta la responsabilità. Si suggerisce la lettura della bolla nella speranza che, in forza della sua sensibilità pastorale, possa trovare parole che lo mettano a suo agio tra i fedeli di una Chiesa che ha subito una tale ingiuria. (Chi volesse approfondire la conoscenza e acquisire coscienza sull’argomento legga Eutanasie di un Patriarcjât di Antoni Beline, edito da Glesie Furlane nel 2001).
2. Le diocesi che sono in Friuli hanno una propria identità non solo storica e religiosa, ma anche culturale e linguistica. Non per nulla a papa Giovanni Paolo II, in visita a queste Chiese nel 1992, non si trovò dono più significativo da presentare che la Bibie, i testi delle Sacre Scritture in lingua friulana. E tutti abbiamo presente la grande e inaspettata risonanza che ha avuto la lettura continuata della Bibie dal 3 al 9 aprile di quest’anno! I cristiani del Friuli attendono impazientemente e da troppo tempo ormai che la Conferenza episcopale italiana autorizzi l’uso del Messale romano tradotto in lingua friulana. Questo è un diritto, non una pretesa. Sappiamo che ciò non dipende dal papa – la Congregazione per i Sacramenti e il Culto divino ha già dato il placet – , ma se un romano pontefice con una bolla può distruggere una Chiesa patriarcale, si osa sperare che un successore che porta lo stesso nome meriti di essere “benedetto” per una parola autorevole che consenta a un popolo e ad una Chiesa di celebrare e pregare nella propria lingua.
(leggi tutto Glesie Furlane al vescovo di Roma , papa Benedetto XVI)