Gildo Trevisan, la Lazio, l’imprinting ed il turismo vintage
Non lo vedo da anni ma resta pur sempre un amico. Gildo Trevisan, temperamento e mente vulcanica come pochi, guida le sorti dell’Hotel al Pelmo oltre che di Federalberghi Belluno Dolomiti. Ne parlo perché in un servizio di Antenna 3 sulla Lazio ad Auronzo di Cadore Trevisan, intervistato, ad un certo punto ha dato di sé e della sua visione del turismo d’oggi una versione a dir poco vintage .
Lui che è il primo a sapere che il turista-tipo odierno è un corsaro senza fissa dimora (anche se va detto che chi sceglie la montagna per le proprie ferie è un pochino più fedele al luogo di vacanza), rispolvera un vecchio refrain che vedeva il perpetuarsi fantozziano delle ferie sempre al solito posto, un sogno da perseguire ostinatamente ad ogni scadenza comandata, con o senza “giardinetta” al seguito.
Ovviamente Trevisan mente spudoratamente, per amor di patria ed anche di categoria. Qualcuno torna, è vero, ma sono i decrepiti, gli anzianotti che non hanno più voglia di scoprire cosa nuove, che con due litri di brodino gli dai da mangiare una settimana intera. E chi sceglie la montagna per la propria vacanza, e sono veramente pochi, cambia vallata (magari non il primo anno, ma non puoi pretendere che getti radici qui – o altrove – fino alla fine dei suoi giorni).
Trevisan, che se non facesse l’albergatore potrebbe fare il forgiatore di start-up, corre ai tempi di Konrad Lorenz e dell’imprinting, pensando che partecipare alle giovanili induca i giocatori di calcio a rimanere ancorati “alla mamma” che hanno conosciuto fin da bambini, portandola nel cuore quando diventeranno fidanzati, sposati e perché no, da “nonnetti anche”. Una nuova pagina di Alice nel Paese delle Meraviglie.
p.s. Domani due considerazioni sul “boom extra di turisti” portato dalla Lazio ad Auronzo …