Fondazione Unesco e trapassi dolomitici (soliloquio laseniano /1)
Lo studioso – Cesare Lasen – non parla volentieri, «perché non sarei titolato a farlo… ci sono ben altri esponenti più autorevoli», ma alla fine parla lo stesso. Un soliloquio, si direbbe. L’argomento, in effetti, non lo vede primeggiare: trattasi di traffico dolomitico. Fatto sta che, avendo “molta voce in capitolo”, alla fine il nostro “ammette che sulle montagne protette dall’Unesco c’è troppo traffico“.
Va detto che lo studioso non fa solo il testimonial del troppismo ma “conferma anche che è in corso una ricognizione tecnico-scientifica per misurarlo in modo da prendere gli opportuni provvedimenti”. Chi mi conosce sa che potrei scrivere un libretto sulla fenomenologia dei troppisti, così anche degli speculari troppo pochisti.
Ma mi limiterò ad alcune considerazioni banali, diciamo.
Dunque, il problema è il troppo traffico. Mentre attendiamo con la bava alla bocca la fine della ricognizione tecnico-scientifica che lo misurerà – ci mancherebbe anche che il troppo traffico fosse determinato alla cazzo (ma al riguardo, mai dire mai), ci sorge spontanea qualche domanda (non sulle unità di misura, ma sulle futuribili metodologie di confronto):
- Belen Rodriguez è troppo figa?
- la sua farfallina, quella tatuata nei pressi dell’inguine, non è forse troppo piccola?
- non ci sono forse troppi tulipani in Olanda?
- la materia oscura nell’Universo, non vi sembra che ce ne sia davvero troppa?
Sapendo che i cugini di montagna altoatesini si sono da mo’ attivati sull’argomento, che ha anche qualche riflesso tafazzista visto che sono loro a proporre di chiudere a tempo i passi, è da ritenere che a qualsiasi risultato giunga la ricognizione … il traffico sarà sempre “troppo”: mettetevela via, vinceranno i troppisti!
Con la differenza che l’alemanno che si fermerà a giocare a carte in attesa di ripartire per oltrepassare il Passo Dolomitico dirà:
- “ke prafi zono cvi in Alto Atice” quando sarà di là;
- “ke rotura di cazzo cvesti pellunesi” quando sarà di qua;
Differenti percezioni, si dirà. Certo che sì, indotte da una moltitudine di parametri … emozionali e non solo.
Un problema per tutti: quello della mobilità: «Se non cambiamo registro, se non facciamo qualcosa di concreto e di serio per disincentivare il traffico automobilistico attraverso le Dolomiti, rischiamo una severa infrazione», fa sintesi degli umori di preoccupazione del Comitato scientifico uno dei suoi componenti, Cesare Lasen, feltrino. […]
Lo studioso della biodiversità, fra i più accreditati in Italia, non parla volentieri («perché non sarei titolato a farlo, sono uno dei tanti componenti del comitato scientifico e, quindi, ci sono ben altri esponenti più autorevoli»). Lasen, però, ha molta voce in capitolo, e ammette che sulle montagne protette dall’Unesco c’è troppo traffico e conferma che è in corso una ricognizione tecnico-scientifica per misurarlo in modo da prendere gli opportuni provvedimenti. Tra questi ci sarà, già l’estate prossima, la chiusura dei grandi passi dolomitici? «Non lo so se ci arriveremo già nei prossimi mesi. So, però, che all’appuntamento con gli ispettori, fra due anni, dovremmo arrivare con misure già sperimentate, perché in materia abbiamo ricevuto chiari segnali di insoddisfazione, nel passato».
Lasen ritiene, dunque, che se non sarà quest’estate, il prossimo anno i passi non risulteranno percorribili come oggi avviene. «Non posso anticipare se verranno chiusi completamente al traffico. Ritengo di no, ma sicuramente in determinate ore del giorno, dall e 9 alle 16. E al riguardo», ecco dove sta uno dei problemi, «dovremmo organizzarci con i mezzi pubblici alternativi, le cosiddette navette, oltre che con i parcheggi a valle».
La Provincia di Bolzano sta studiando, appunto, anche la mappa del trasporto pubblico da parte di tutti i territori interessati, quindi pure il Bellunese. Non sono da escludersi pedaggi. Una forma, tuttavia, che Lasen ritiene più difficoltosa da applicare in quanto riguarda strade statali. […]