E’ venuto un presidente, l’altro giorno, a fare casino in Cadore. Ma non aveva capito che era salvo
Bossi se ne è andato dal Cadore verso quel di Schio. Lì ha tentato di dire qualcosa. Al comizio ha sparato (anche) la seguente gigantesca cazzata (bossata):
Il pubblico ulula: «Via le Province». Lui va piatto: «No, sono una questione di identità e non si risparmierebbe nulla. E’ venuto un presidente, l’altro giorno, a fare casino in Cadore. Ma non aveva capito che era salvo».
Continua poi con le solite (non gigantesche) cazzate, quelle classiche da comizio:
Il Senatùr ripete dieci volte «abbiamo salvato le pensioni», «facciamo gli interessi del Nord», «la colpa è di Bankitalia che non vuole bene a questo governo» e assicura: «Ci avete mandato a Roma e noi sappiamo cosa fare: non molliamo!». Ma nessuno si aspetti miracoli dal passaggio della manovra in parlamento: «Abbiamo la crisi che bussa alla porta: è una svolta storica, non una cosa da niente, la gente capisce che l’Italia sta finendo male e bisogna prepararsi al dopo, che per noi è la Padania ».
Il riferimento è alla protesta messa in atto da Bottacin che si è presentato all’Hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore con la bandiera della provincia listata a lutto per chiedere a Bossi-Calderoli chiarimenti sul futuro del nostro territorio.
Forte sto Bossi. Ha scambiato l’ipotesi di accorpamento con la provincia di Treviso (che non si farà in ragione della superficie territoriale bellunese che supera i 3000 kq) con lo stato reale delle cose che Bottacin deve affrontare come presidente dell’ente Provincia di Belluno. Si, è vero, sembra poi che nell’autunno arriverà anche qualche soldino per “puntellare” il bilancio, ma è tutto da vedere e verificare.
Caro Bottacin, adesso puoi finalmente dormire sonni tranquilli. Ti sei dato da fare per niente, era già tutto a posto, aveva già pensato a tutto lui, il Leone Padano. E se poi sarà Padania, tanto meglio, no?
Noi, per fortuna, ci possiamo consolare con Gianfranco Miglio.