E L’ACCOPPIATA VA …/ METAFORE VIRGILIANE
di Cagliostro
Né Eurialo e Niso e neppure Cidone e Clizio possono essere paragonati ed assimilati in toto all’incrollabile duo che per 10 lunghi anni ha ‘imperversato’ alle nostre latitudini. Doverosa appare, comunque, l’esigenza di sottolineare le analogie (poche) e le a-simmetrie (diverse) che hanno caratterizzato e caratterizzano le figure antiche e quelle moderne, ossia il confronto fra i quattro personaggi ‘mitologici’ da un lato e la ferrea accoppiata locale dall’altro. Analogie sono rintracciabili per via dello stretto legame ed unità di intenti esistente nel solidale connubio locale ed analogo vincolo affettivo intercorrente fra i personaggi virgiliani dell’Eneide.
Per non parlare poi degli aspetti fisionomici, della scultorea, ellenistica bellezza dei profili e della attraente prestanza e presentabilità degli indissolubili nostrani amici, qualità perfettamente in linea con le canoviane fattezze dei due binomi antichi. A mio modesto parere, però, le analogie si fermano qui. Ben più importanti sono le a-simmetrie. Innanzi tutto, diversi appaiono i destini. Nessun Volcente alle viste che faccia varcare al duo nostrano le soglie dell’Ade Eterno, quell’ incognito mar oltre le fatidiche, misteriose Colonne d’Ercole e neppure quelle, altrettanto perigliose, fra Scilla e Cariddi.
Ma un moderno Volcente, tuttavia, c’è ed è una legge italica che non consente più di due consecutivi passaggi sul veliero… Ed allora l’escamotage è subito pronto. Il moderno Niso cede la primogenitura ad ignoto, giovin sodale per trasformarsi in secondogenito, al posto dell’attraente (estatico ma rinunciatario) moderno Eurialo, il quale, da par suo, cede, pure momentaneamente, il passo all’amico di tante avventure. Ofelte ed Itarco hanno invero generato due figli dall’inventiva briosa e brillante. Alle nostre latitudini non c’è un campo dei Rutuli da attraversare per giungere ad Enea. Il campo è libero, semmai occorre il supporto di una squadra amica (tanto per esorcizzare il quorum).
La differenza più marcata, però, fra la cordata attuale ed il doppio binomio antico sta, a mio parere, nelle diverse idealità, nella diversa concezione della mission di servizio, nel diverso spirito di rinuncia al fine di raggiungere l’agognato scopo del bene collettivo. E qui il discorso tocca il campo dell’etica, campo minato per fissare il quale indispensabile appare la cognizione, la ‘informathia’. Per stabilire un giusto rapporto fra l’antico ed il moderno, occorre insomma ‘sapere’, ossia conoscere la letteratura antica (nello specifico, l’Eneide) ed i fatti salienti dell’ultimo nostro strano decennio (da analizzare con un esame approfondito e senza alcuna preclusione e/o prevenzione ma con una oggettività…nuda e cruda…).
(foto Wikipedia)