è finalmente uscito il ‘L’ecco di Lozzo di Cadore’
Peggio sarebbe stato se fosse uscito il “Cazzettino del Mezzogiorno” o il “Corriere del Tavoliere” (delle Puglie, naturalmente). Il bollettino comunale HappyNewYear Edition, il mitico bolcom (Vendre è già al lavoro per mettere online il pdf), dopo un’attesa spasmodica, è finalmente giunto fra noi con la sua parola di speranza, salute, lavoro e felicità. E, naturalmente, anche bazzeccole, quisquilie, corbellerie e sciocchezze di vario tipo, come si conviene a qualunque organo della glasnost de noantri.
Esigenze redazionali hanno imposto – anche in questa occasione – l’aumento della foliazione: piccoli Montanelli crescono fra le mura di Palazzo Venzo. A dire il vero, a me sembra che oltre alla farina “autoctona” (anche se per meriti di matrimonio, come ebbe a sottolineare Cagliostro in passato) ci sia qua e là la pesante mano di un ghostwriter: sapete, quello che a suo tempo deve aver aiutato il sindaco a scrivere quella nefandezza del casermino: do you remember?
Comunque, l’appellativo di Pravda di Lozzo di Cadore da me affibbiato in passato al bolcom, lo riconosco, è un tantino pesantuccia. Meglio tornare alle nostre consuetudini vallive. Il lieve restyling cui il bolcom è stato sottoposto mi ha suggerito un nuovo e più pregnante accostamento. In giro c’è l’Eco di Bergamo, l’Eco del Chisone, l’Eco di Biella: a noi lozzesi ci tocca, e lo diciamo con una punta di meritato orgoglio, il L’ecco di Lozzo (aiutarsi con l’onomatopea).
Col tempo e la voglia mi cimenterò nelle bolcomiadi, esegesi del fiammante L’ecco di Lozzo.