… e finalmente la provincia insorse al grido di Bellunomia, Bellunomia, Bellunomia!
Chissà se questo tipo di titolo potrà mai comparire sulle testate regionali e, magari, anche su quelle nazionali. Ieri su Antenna 3 dall’istrionico urlatore Gandi si è cercato di capire cosa resta da fare a questa nostra provincia “dimenticata“. C’erano anche Sappada e Lamon a rappresentare i comuni referendari-secessionisti.
Si è detto che la Lega Nord ha sempre appoggiato l’autodeterminazione dei popoli, si è detto che la mancanza di un assessore bellunese in giunta a Venezia non significa che Belluno sia dimenticata, si sono dette tante altre cose.
Reolon e Bond hanno detto che bisogna mettersi assieme, tutti quanti appassionatamente (senza ironia), per tentare di ottenere ora ciò che prima, per dovere di partito, si poteva solo sussurrare o trattare in politichese. Si può cioè parlare di Autonomia legislativa e finanziaria per la provincia di Belluno. Dopo la trombatura dei suoi, così l’ha definita lui stesso, Bond si è reso conto che così non va. Bisogna credergli.
Oltre tutto, recentemente, ha anche detto che: «Ci attende una nuova sfida: quella di una politica senza etichette di partito, fatta da rappresentanti della gente che rispondono in prima persona». Nello stesso articolo ha poi detto, neanche fosse un leghista: «C’è una diga che ha tentato di imbrigliare le esigenze di questa terra, ma che sta per cedere e noi saremo pronti a ricostruire dopo quell’onda». Non basta “ricostruire”, caro Bond, bisogna anche farla partire, L’ONDA!
Speriamo che la concessione di una qualche presidenza di una qualche commissione non gli faccia cambiare idea. Sarebbe un peccato.
Orbene, la facciamo davvero questa insalata mista riunendo il pensiero politico localistico di Pdl, Pd e Lega? In fondo non fu anche Vaccari a dire lo scorso ottobre che ”Per la provincia di Belluno il modello giusto e’ l’autonomia finanziaria e legislativa come Trento e Bolzano”?
Naturalmente, a sovrastare le sigle di partito, una volta confermata la “alleanza per l’Autonomia” (ci sarà?), ci dovrà essere solo ed esclusivamente l’interesse per il nostro territorio (sottolineo per la seconda volta quello che Bond ha detto: “… senza etichette di partito“).
In poche parole Reolon e Bond, quest’ultimo in particolare, hanno fatto capire che “coabitano” in un partito al quale devono in qualche modo rendere conto ma, se la gente, premendo, li dovesse in qualche modo spingere verso l’Autonomia, loro non potrebbero sottrarsi dall’amministrare questo disagio popolare.
Il prossimo consiglio provinciale dovrebbe pronunciarsi sull’ammissibilità o meno del referendum per l’Autonomia della Provincia di Belluno (nella forma di “passaggio di Belluno al Trentino”). Sarebbe un’ottima notizia se il provvedimento dovesse passare in consiglio provinciale con un bel SI, magari unanime. A meno che la votazione referendaria non sia poi fissata per la primavera del 2020.
Scrivevo recentemente in un commento: “Sappiamo anche che seppur vincesse il SI con il 90% dei consensi, sarebbe sempre Roma a dover decidere della nostra libertà, ma è pur vero che 200.000 persone che si dovessero muovere al ritmo del referendum potrebbero … diventare …. incontrollabili. Se vi fosse il NO del consiglio provinciale all’ammissibilità dovremmo iniziare la raccolta delle 8000 firme … (io l tavolin par tirà su firme l ei belo pareciou …)”. Speriamo non sia necessario.
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