distribuzione delle presenze turistiche nelle province del Veneto
Ieri sul Corriere delle Alpi c’erano in prima pagina i rimborsi dell’Enel a seguito del disservizio del black out di Natale (a proposito: s’è mica fatto vivo qualche sindaco per spiegare la faccenda della class action? Nooo? Non importa, noi siamo seduti sulla sponda del fiume…) mentre sul Gazzettino c’era questo riquadro:
Da Sottomarina a Jesolo tutto esaurito. Caldo record, assalto alle spiagge – in 200 mila sul litorale veneziano.
E mi sono detto: tase via che anche i litoranei taca a laurà … Sì perché la montagna è doppiamente benedetta in termini turistici: infatti ha la possibilità di sfruttare appieno sia la stagione invernale che quella estiva (da ultimo anche l’opportunità del marriage), mentre i litoranei durante l’inverno hanno ben poche cose da fare: una di queste, ironia della sorte, è andare in montagna a sciare (sperabilmente tra le Dolomiti, ché siamo anche patrimonio dell’Umanità).
Così mi sono detto che anche ai blozziani, quasi certamente, piacerebbe sapere come si distribuiscono su territorio regionale le presenze turistiche in funzione di vari parametri. Niente che non sia già noto, naturalmente, solo che non sempre si trova organicamente proposto alla curiosità del volgo. Ma prima di fare il confronto “balneare” diamoci al confronto provinciale, vediamo quali sono le forze in gioco: fatto 100 tutte le presenze su territorio veneto, quelle provinciali così si distribuiscono: Belluno 6,5%, Treviso 2,6%, Vicenza 3,0%, Verona 22,9%, Padova 7,5%, Rovigo 2,4% e Venezia 55,2%.
Da notare come la provincia di Belluno, che deteneva una non impressionante quota del 9,3% nel 2000, sia nel frattempo precipitata al 6,5% del 2013 (perché precipitata? perché in termini di quote provinciali, perdere il 2,8% significa aver perso il 30% del proprio peso “negoziale” nei confronti – soprattutto – della Regione Veneto).