DI QUESTO PASSO, DOVE HA INTENZIONE DI ANDARE L’ITALIA?
di Giuseppe Zanella
I primi passi del governo presieduto dalla Sig.ra Meloni Giorgia sembra stiano confermando le mie più negative previsioni espresse nei sottostanti articoli del 22.8, del 29.9 e del 22.10.2022. L’esito della consultazione elettorale del 25 Settembre u.s. va certamente rispettato quale espressione democratica della sovranità popolare. Tuttavia, il voto andrebbe analizzato da più angolazioni e valutato dettagliatamente nell’iter formativo del consenso popolare e nelle cause e modalità che lo hanno determinato. Prescindendo dagli errori degli avversari politici che sono stati determinanti nel regalare a questa destra retriva, populista e sovranista la vittoria su di un piatto d’argento, resta da sottolineare la ipocrisia di una abile campagna elettorale condotta dalla richiamata signora, privilegiando gli slogan alla trattazione seria dei molteplici e gravi problemi che assillano gli italiani. Non voglio qui fare un elenco di tematiche facilmente intuibili e delle quali non sono state avanzate serie e credibili proposte di soluzione, se non per generiche e ‘fantasmagoriche promesse’, così come indicato nei miei precedenti scritti.
Dicevo allora di programmi elettorali demagogici e, in quanto tali, irrealizzabili. Per di più, si è assistito a due versioni politiche della novella ‘conducatrice’ (non uso il termine ‘spagnolesco’ di “conducator”, evidentemente tanto caro alla gentile Signora, ora definita “Signor PdC”): c’è infatti una Presidentessa definita “Draghessa” ed un’altra, di diverso conio, definita”Ducessa”. Si tratterebbe insomma di una specie di Giano bifronte, seguace di Draghi nei rapporti atti a tranquillizzare i mercati, la UE, gli Usa e la Nato e, dall’altro lato, seguace della ‘virile’ politica sovranista e populista che amerebbe lisciare il pelo a certi nostalgici soggetti interni ed agli amici polacchi, ungheresi, lepeniani e trampiani. Ma la coesistenza fra le due anime, verosimilmente riunite in una sola persona, hanno già dimostrato, alla prova dei fatti, la difficoltà estrema di una fruttuosa coesistenza.
Le vicende delle navi delle ONG alla fonda nel porto di Catania con un carico di umanità derelitta, la dice lunga su provvedimenti già visti qualche anno fa per opera del noto ‘Capitano’ leghista. Oggi, al ministero degli interni, Meloni, pur di non insediare il concorrente diretto della compagine, ha voluto un tecnico, che però si è già rivelato la controfigura del predecessore. Risultato: un provvedimento apparentemente rispettoso dei naufraghi fragili, nella sostanza discriminatorio, tanto che l’autorità sanitaria ha verificato che anche i non sbarcati dovevano essere evacuati perché in situazioni ulteriormente insostenibili. A questo punto, la PdC definisce “bizzarro” il comportamento dei medici, lei che risulta essere in possesso, si dice, di un titolo di studio ad indirizzo… turistico. Facile la replica dell’Ordine dei medici che ricorda la tecnicalità del loro operato, non certo improntato su basi politiche… Poi il patteracchio aumenta con la vicenda di una nave che i francesi accettano di dirottare nei loro lidi. In Italia si è fatto credere ad una vittoria sulla vecchia politica Europea di denegati collocamenti, tanto da determinare una impuntatura della Repubblica d’oltr’Alpe dalle imprevedibili conseguenze politiche, che rischiano di pregiudicare gli appena avviati rapporti con Bruxelles.
Sta di fatto che la controversa politica dei collocamenti è stata nuovamente accantonata dai francesi e dalla Germania (3500 migranti avrebbero dovuto essere collocati oltr’Alpe ed ora tutto sembra saltato). Se c’era la esigenza di presentarsi in Europa con una certa moderazione, questo non è certo il sistema adatto ad una politica impostata su di un certo grado di intesa (leggi PNRR). In fatto di rave-party, anche qui si è assistito alla adozione di un provvedimento estemporaneo da parte del Viminale e del suo attuale titolare. Quando i partecipanti erano già stati allontanati senza problemi, ecco la scelta muscolare per dimostrare un cambio di passo ed un decisionismo fuori luogo. Viene emanato infatti un decreto con la individuazione di un nuovo, ‘futuribile’ reato, che innesta una generale protesta e che si presta a possibili adozioni di provvedimenti coercitivi della liberta di riunione e di manifestazioni con la partecipazione di almeno…cinquanta partecipanti (sic!!). Per non parlare poi della repressione a manganellate degli studenti della Sapienza che si opponevano ad una conferenza di parte all’interno della facoltà di legge.
In pochi giorni si son viste di cotte e di crude, tranne il mantenimento della promessa di portare al Consiglio dei ministri nella sua prima riunione un decreto atto a risolvere l’annoso problema del caro utenze energetiche. Cito poi anche il controverso provvedimento dell’uso del contante, prima previsto in 10.000 Euro poi portato a 5.000. La signora Presidente parla di rispetto delle Leggi e di opposizione a ché l’Italia si trasformi in Repubblica delle Banane. Come se l’incentivare l’evasione fiscale costituisca qualche cosa che rientri nel… rispetto delle regole e delle Leggi. O come se la Flat tax sia norma che rispetta le regole e le Leggi e non sia invece un obbrobrio giuridico che favorisce i ricchi e penalizza le classi meno abbienti e va, inoltre, contro la Costituzione che stabilisce la progressività della imposizione fiscale.
In quanto poi a qualità dell’Esecutivo, va steso un pietoso velo di silenzio in attesa che divampino magari episodi poco commendevoli e non solo di impreparazione (mi limito, per onor di patria, a parlare solo di dabbenaggine, mentre per il resto, chi vivrà vedrà…).
Questo è un Esecutivo che, come già detto, ha la legittimità elettorale ma che, piaccia o no, è pur sempre espressione di una minoranza: il 26% (voti meloniani) del 64% (votanti assoluti) importa una percentuale del 16,64%, pari al seguito complessivo elettorale del partito FdI. Questo significa che la compagine disomogenea che ci governa (compresi Lega e FI) rappresenta pur sempre una minoranza. Questa è semplice aritmetica ed una gestione non “oculata” della Cosa Pubblica potrebbe portare presto a risultati sicuramente non auspicabili per il nostro paese. Ora si è scelta una nuova leader. Noi italiani siamo bravi a fare esperimenti ed a gettarsi sovente in soccorso del vincitore di turno… Ricordiamo come sono andate le esperienze del Berlusca, del Rignanese, del ‘Capitano’ prima maniera: prima sugli spalti e poi nella polvere…
Che Dio ce la mandi buona!!