decessi da coronavirus dal sen sfuggiti?
L’Amico del Popolo (AdP) s’è chiesto se anche in provincia di Belluno vi possano essere dei decessi da coronavirus “sfuggiti” (cioè non attribuiti come tali). La cosa era stata affrontata da vari osservatori e da diversi giornali: qui un tweet di Davide Mancino (per il Corriere della Sera) che riassume l’impennata verticale dei decessi in un confronto tra i dati di quest’anno e lo stesso periodo del 2019; qui invece i dati messi a disposizione dall’Istat dai quali il grafico è stato tratto.
L’AdP, dopo aver considerato i dati disponibili relativi ad alcuni comuni bellunesi e aver tratto da essi variopinto grafico, fa questa considerazione:
Si può notare (nella tabella in alto è chiaro) che diversi Comuni quest’anno sono “ai massimi” rispetto ai dati dell’ultimo lustro. Certo, a Cesiomaggiore si passa da 1 morto dell’anno scorso a 4 di quest’anno, ma sono cifre talmente piccole che non è possibile trarne delle medie né delle conclusioni. Però…
Però se sommiamo i dati di questi dieci comuni bellunesi la “colonna rossa” che abbiamo messo nel grafico, ovvero quella che si riferisce a quest’anno, svetta in modo netto: rispetto ai 35 morti verificatisi in questo stesso periodo l’anno scorso (ed era già il numero più alto dell’ultimo lustro), i 47 di quest’anno segnano uno stacco vistoso. C’entra il coronavirus? Difficile dirlo, per ora si può solo metterci un punto di domanda. Però quella colonna che svetta qualche problema lo pone.
Dice inoltre, l’AdP che “quel 47 significa comunque il 34% di morti in più rispetto all’anno scorso”.
Aggiungo a quanto già espresso nell’articolo alcune considerazioni.
(1) Non c’è alcun dubbio che i dati della Lombardia relativi alle morti da coronavirus fossero enormemente sottostimati, e questo lo si sa da almeno due settimane, senza ricorrere alla statistica. Gli errori madornali della gestione dell’epidemia in quelle zone hanno permesso che il contagio dilagasse a tappeto facendo morire in casa persone alle quali mai è stato fatto il tampone.
Ma invece di puntare il dito sul contagio nosocomiale (al virus sono state aperte tutte le porte degli ospedali) provando a raccontare i fatti, i nostri “midia” hanno preferito frustare il furbetto delle passeggiate. Poi è arrivata la realtà con la clava.
(2) Al lettore dovrebbe essere detto che i dati messi a disposizione dall’Istat sono tratti da campioni già sovrastimati per i decessi: sulla nota informativa si legge infatti che i dati si riferiscono ai comuni:
“con un numero di decessi che, nel periodo dal 1° gennaio al 21 marzo 2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e che nel mese di marzo del 2020 hanno presentato, rispetto alla corrispondente media del quinquennio 2015-2019, un incremento della mortalità pari ad almeno il 20 per cento”.
Capite bene che se il campione è, di per sé, sovrastimato del 20% (te lo dicono), qualsiasi possibile stima sarà… forzatamente sovrastimata. Non sto dicendo che il campione è sbagliato, sto dicendo che il campione è, a detta di chi te lo dà, sovrastimato del 20%. Basta saperlo (e tenerne conto).
(3) i dati del grafico sulla pagina dell’AdP già danno una risposta: se è vero che la variazione dei decessi 2020 su 2019 è di +12 persone pari al 34% (in ipotesi attribuibile, in parte o del tutto, al coronavirus), è altrettanto vero che tra il 2019 e il 2015 vi è uno scarto di +10 persone pari al 40%; è altrettanto vero che tra il 2019 e il 2016 lo scarto è di +11 persone pari al 46%; è altrettanto vero che tra il 2018 e il 2016 lo scarto è di +10 persone pari al 42%: è la stessa serie storica che ti dice che ciò che vedi oggi è già successo, e con pesi percentuali maggiori, in passato (con dati non sovrastimati perché riferiti ad anni diversi dal 2020).
(4) ma si può provare a fare di più: se calcoliamo il coefficiente di variazione (deviazione standard / media per 100) delle serie dei vari comuni scopriamo che Sedico ha il valore più basso con un 34,6% (cioè i dati di Sedico sono più raggruppati intorno alla media di quanto non siano gli altri; Cortina ha un coefficiente di 38%, gli altri tutti superiori al 45%): i decessi nel 2020 sono 9, la media negli anni è di 7,17. Nessuno può escludere a priori che la differenza tra i decessi registrati e la media non sia attribuibile al coronavirus, ma, in ipotesi, visto che i decessi del 2020 di Sedico si discostano da quelli degli anni precedenti meno di qualsiasi altro comune, posso provare ad escluderli dai conteggi.
Così facendo si scopre che i decessi cumulati per tutti i comuni del campione meno Sedico sono 38 per il 2020 e 30 per il 2019: la differenza passa da 12 a 8 e il peso dal 34% al 27%. Inoltre, sempre con i dati ottenuti escludendo Sedico, tra il 2019 (30) e il 2016 (14) la differenza di decessi cumulati è pari a 16 (114%), mentre tra il 2019 e il 2015 è pari a 15 (100%). Chi ha stato a raddoppiare i decessi in quegli anni?
(5) A valere per qualsiasi situazione: “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa“. (Gregg Easterbrook, giornalista e scrittore statunitense)
ma anche: “Le statistiche sono come i bikini. Ciò che rivelano è suggestivo, ma ciò che nascondono è più importante“. (Aaron Levenstein).
In attesa di nuovi campioni da torturare da analizzare, passo e chiudo.