Costituzione italica: quella degli ‘uni e indivisibili’ e del ‘popolo sovrano’
Seguo con riluttanza il consiglio di Gilberto Oneto che sostiene “facciamolo girare e la voglia di secessione diventerà liberatoria maggioranza“. Non ne sono convinto, c’è il rischio che mezzo Cadore si galvanizzi e rivoglia indietro i Savoia e, peggio, che la claudicante raccolta firme per l’indizione del referendum ad Auronzo naufraghi definitivamente di fronte all’inossidabile amor patriottardo che sembra animare l’ardita, coraggiosa e temeraria compagine gnoca tutta riunita attorno al “Mai coi Puster“.
In attesa che il ciabattone di turno, tal Benigni, declami spavaldo le austere ed essenziali “tavole della verità” (che, ça va sans dire, “è la più bella del mondo”) su una delle reti della baldraccona Rai per il giubilo italiota, dedicata a tutti gli “uni e indivisibili” ma anche a quelli che “il popolo è sovrano“, che vada in onda, oops in rete, la Costituzione:
[…] Il video è una brodaglia indigesta, glissa elegantemente solo sull’articolo delle minoranze linguistiche (chissà perché?) ed ha una sintomatica caduta di tensione (o un subdolo colpo di mano di una quinta colonna anti-patriottica) quando mostra il popolo sovrano su cui sventolano alcune bandiere sarde. Anche nella scena dei partigiani non ha grande fortuna iconografica: la bandiera è slovena e non italiana. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, così come il cantante di regime fa i motivetti ma non le bandiere. Quando si lancia nell’esaltazione dell’Italia “una e indivisibile” mostra Bossi con il dito medio molto saggiamente alzato e poi il tanko dei Serenissimi, e si scatena la sola ovazione dabbene.
Non è neanche la prima volta che la Costituzione finisce in canzonetta: un anno fa Claudio Baglioni aveva lanciato “L’Italia è”, un altro capolavoro della cultura occidentale dedicato alla Costituzione.
L’aggeggio è un perfetto strumento per la campagna elettorale: facciamolo girare e la voglia di secessione diventerà liberatoria maggioranza.